15 anni in carcere per errore, risarcimento record da 4,5 mln
Roma, 25 nov. (Adnkronos) – Si è conclusa con un risarcimento record di 4,5 mln di euro la procedura di equa riparazione contro il ministero dell’Economia avviata da Domenico Morrone, che per un errore giudiziario è stato costretto a 15 anni di ingiusta detenzione per duplice omicidio. Ad annunciarlo il legale di Morrone, l’avvocato Claudio Defilippi. Come ricorda il legale, Morrone è stato condannato a oltre 20 anni di carcere per il duplice assassinio di due ragazzini. Condanna arrivata dopo sette gradi di giudizio e tre rinvii alla Cassazione.
Nel processo di revisione la Corte di appello di Lecce lo ha assolto con formula piena nell’aprile del 2006. Circa sette-otto mesi fa, spiega il legale, ha avviato su incarico del suo assistito la procedura di equa riparazione per errore giudiziario contro il ministero dell’Economia “e ha ottenuto un risarcimento record di 300mila euro per ogni anno di ingiusta detenzione”. Morrone, sottolinea l’avvocato Defilippi, ha dato ora mandato ai suoi legali di procedere contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri per la responsabilità civile dei magistrati che si sono occupati del suo caso, chiedendo un risarcimento pari a 8 mln di euro. A quanto spiega il legale all’Adnkronos, Morrone è stato condannato ”nonostante avesse un alibi”. Inoltre ”gli abiti sequestrati all’indagato e prova a suo discarico perché differenti a quelli indossati dall’assassino, sono inspiegabilmente spariti” e ”un primo esame sulle mani del mio assistito risultava che non poteva essere stato lui a sparare poi a distanza di tempo l’esame è stato ripetuto e ha dato esito positivo”. ”Il mio assistito è soddisfatto del risarcimento ma chiede un secondo risarcimento per 8 mln di euro per la responsabilità civile dei magistrati – sottolinea – per arrivare così a una somma complessiva di circa 12 milioni di euro. Prendiamo atto della velocità con cui è stato deciso il risarcimento per 4,5 mln di euro, evitando un calvario aggiuntivo a quello che il mio assistito ha già sofferto”.