PRIVACY – L’EUROPA CAMBIA E AMPLIFICA LE NORME ITALIANE – TUTTE LE NOVITA’
Arriva anche in Italia il Data Protection Officer. A dare il via è stata l’Europa con un nuovo Regolamento che rende effettivamente operativa la normativa sulla protezione dei dati personali anche nel nostro Paese. L’obiettivo sarà centrato attraverso l’introduzione di una figura altamente professionale resa obbligatoria in non meno di 45.000 aziende dell’Unione. Ma vediamo, punto per punto, come si è arrivati all’intesa, cosa cambia in tema di dati sensibili e quali opportunità di lavoro si aprono per i professionisti italiani.
Durante i negoziati del 15 dicembre 2015 con Parlamento e Consiglio, dopo quattro anni dalla presentazione della prima proposta ad opera della Commissione UE, è stato finalmente trovato l’accordo per il nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati, che introdurrà un’unica legislazione in tutte e 28 nazioni dell’Unione. In sostanza, ad oggi mancano solo gli ultimi passaggi formali per l’adozione definitiva del Regolamento Europeo, poi circa 45mila imprese pubbliche e private avranno due anni di tempo per adempiere all’obbligo di designare un responsabile della protezione dei dati personali, il cosiddetto data protection officer. Per essere in regola con le complesse regole comunitarie, le aziende dovranno ricorrere a varie figure professionali: secondo stime dell’Osservatorio Federprivacy potrebbero essere oltre 100mila le imprese che ricercheranno esperti della materia, tanto che è in cantiere una norma UNI per definire gli standard dei profili professionali in questo strategico comparto.
Una professione che richiederà elevati livelli di competenza, basti pensare che in base all’articolo 35 del Regolamento UE «il responsabile della protezione dei dati è designato in funzione delle qualità professionali, in particolare della conoscenza specialistica della normativa e delle pratiche in materia di protezione dei dati, e della capacità di adempiere ai compiti che gli sono attribuiti».
«Ancora una volta – commenta l’avvocato Angelo Pisani – l’Europa detta le regole dell’innovazione e dello sviluppo al nostro Paese, che troppo spesso arranca in fatto di norme per la difesa dei diritti. L’introduzione del data protection officer rappresenta un significativo passo avanti in questa direzione ed anche una rilevante opportunità per professionisti formati e di esperienza, basti pensare che, secondo stime attendibili, in Italia si doteranno di tale figura, dopo l’introduzione del Regolamento comunitario, ben due grandi imprese su tre».