ERRORE MEDICO – ARRIVA LA SCATOLA NERA IN SALA OPERATORIA
La “scatola nera”, in grado di registrare e documentare gli errori medici, che troppe volte costano la vita o l’invalidità ad un paziente, atterra finalmente nelle sale operatorie. Per ora solo in Olanda, ma è partita anche in Italia la richiesta di adottare questo indispensabile strumento nel nostro Paese. L’esperimento pilota è stato avviato presso l’Ospedale Universitario di Amsterdam. Qui dal 7 giugno scorso una tra le venti delle sale operatorie è stata infatti dotata di un computer che rappresenta una autentica “scatola nera” del tutto simile a quella degli aerei, perché ha la specifica missione di registrare i fatti e le azioni della squadra chirurgica, come pressione sanguigna del paziente, temperatura, frequenza cardiaca, ecc. Uno strumento che fra l’altro dovrebbe mettere al riparo dalle tante superficialità talvolta commesse con la presunzione di non lasciare dietro di sé prove documentali.
E che si tratti di un’esigenza particolarmente sentita in Italia, lo dimostrano i dati. Secondo calcoli elaborati da noiconsumatori.it, su 8 milioni di persone che ogni anno vengono ricoverate negli ospedali italiani circa 320 mila (il 4%) subiscono danni o conseguenze più o meno gravi che potrebbero essere evitati. E sono in un numero compreso fra 14mila e 50mila i pazienti che muoiono a causa di errori medici o causati da carenze della struttura sanitaria che avrebbe dovuto guarirli.
Di qui il sempre più frequente ricorso in tribunale per chiedere giustizia rispetto ai cosiddetti (dai medici) “eventi avversi”: al momento in Italia pendono circa 120mila cause per presunti errori medici, con richieste di risarcimento danni che, secondo aggiornate statistiche, ammontano a ben 2,5 miliardi di euro.
Quanto ai motivi alla base delle richieste di risarcimento, la casistica annovera fra quelle immediate l’omissione di un intervento necessario, errori per scarsa attenzione, violazioni di un procedimento diagnostico o terapeutico, inesperienza in una procedura diagnostica, il difetto di conoscenza. E ancora, l’insufficiente competenza clinica, l’insufficiente capacità di collegare i dati del paziente clinico, la prescrizione illeggibile di una ricetta, le spiegazioni insufficienti, la mancanza di coordinamento da parte del medico di medicina generale rispetto alle varie prescrizioni degli specialisti. Di carattere più generale invece altre motivazioni, quali eccessivi carichi di lavoro, inadeguata supervisione o comunicazione fra gli operatori, ambiente di lavoro stressante. Molte volte comunque nel corso dei giudizi emerge con chiarezza che vi è stata una insufficienza dei meccanismi di controllo, cioè il fallimento di quei meccanismi o procedure che avrebbero dovuto impedire le conseguenze negative dell’errore.
«Ed è proprio qui, in questi “buchi neri” che troppe volte costano la vita al paziente, che la “scatola nera” adottata ad Amsterdam potrà fare davvero la differenza», osserva l’avvocato Angelo Pisani, presidente di noiconsumatori.it, che aggiunge: «il dispositivo introdotto in Olanda ridurrà significativamente il numero di incidenti medici dei questo dobbiamo essere grati a Teodor Grantcharov, il chirurgo canadese che ha messo a punto l’iniziativa. Ora ci muoveremo insieme ad altre associazioni in difesa di pazienti, anziani ed altre categorie bisognose di cure,premendo sul Ministero della Salute affinché anche in Italia venga al più presto introdotto obbligatoriamente questo prezioso strumento salvavita».