A gennaio riparte la produzione L’Ocse: Italia più colpita dalla crisi
ROMA
Guardando ai diversi settori di attività economica, rispetto
Pil in calo del 5,1% nel 2009. L’Istat ha poi comunicato che la
L’Ocse: cresce il divario tra Italia e paesi industrializzati.
L’Italia è tra i Paesi dell’Ocse che maggiormente subiranno gli effetti della crisi.
(10 marzo) – L’Istat rivede al ribasso il pil 2009, arretrato del 5,1%
contro il 4,9% stimato in precedenza. Ma segnala anche una crescita
della produzione industriale nello scorso mese di gennaio per la prima
volta dall’aprile del 2008: l’attività è aumentata del 2,6% rispetto al
dicembre precedente ed è diminuita del 3,3% rispetto allo stesso mese
del 2008. L’Istat precisa però che la variazione corretta a
parità di giorni lavorativi fa registrare un aumento dello 0,1%. «Si
tratta del primo dato tendenziale positivo dall’aprile del 2008»,
sottolinea l’istituto di statistica. L’Ocse segnala intanto che si è
ampliato il divario tra l’Italia e i principali paesi industrializzati
quanto a Pil pro capite e produttività.
allo stesso mese dell’anno precedente, a gennaio si registrano aumenti
nei settori dei prodotti farmaceutici (+12,8%), dei prodotti chimici
(+11,8%), della fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e
ottica (+10,2%) e dei mezzi di trasporto (+6,9%). Le diminuzioni più
marcate hanno, invece, riguardato la metallurgia e i prodotti in
metallo (-10%) e l’attività estrattiva (-8,4%).
variazione del prodotto interno lordo «acquisito» per il 2010 è pari a
-0,1%. È stata così rivista al ribasso la stima preliminare diffusa il
12 febbraio, che attestava la variazione pari a zero. Nel quarto
trimestre del 2009 il pil è calato dello 0,3% rispetto al trimestre
precedente ed è diminuito del 3% su base annua. L’Istat ha rivisto così
in peggioramento la stima preliminare diffusa a febbraio (-0,2%
congiunturale, -2,8% tendenziale).
Il divario tra l’Italia e i principali Paesi industrializzati in
termini di Pil pro capite e produttività «si è ampliato in modo
sostanziale». Lo segnala l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
nel rapporto Obiettivo Crescita che vede la Penisola 20esima per Pil
pro capite sui 30 Paesi aderenti all’Organizzazione. Il gap rispetto ai
primi della classe, vicino al 30%, deriva in primis dalla minore
produttività (-25% rispetto alla metà migliore dei Paesi Ocse). «La
performance della produttività resta modesta», tuttavia «le azioni di
liberalizzazione e incremento della concorrenza ne hanno migliorato le
prospettive», anche se resta la necessità di altre riforme.
L’Ocse stima che complessivamente, nel lungo periodo, la crisi si
tradurrà per l’Italia in un calo di 4,1 punti di Pil, contro una media
Ocse di 3,1 punti. In situazione peggiore rispetto all’Italia ci sono
solo l’Irlanda (sulla quale la crisi si tradurrà in una perdita di 11,8
punti di Pil), la Spagna (-10,6) e la Polonia (-4,4).