A Milano si studia il motivo dell’aumento della leucemia e del collegamento all’inquinamento. E a Napoli?
A Milano si registrano «200 nuovi casi di leucemia all’anno», più di
uno ogni due giorni. I tassi di morbosità e mortalità «appaiono
ugualmente distribuiti» tra uomini e donne, «sostanzialmente stabili
nel tempo» o in leggera diminuzione, ma i «livelli di rischio sono
superiori» rispetto alla Lombardia e al resto d’Italia, «con un
maggiore addensamento» di patologie nei quartieri sud. La domanda a cui
prova a rispondere la Fondazione Veronesi, a questo punto, è tanto
secca quanto delicata. Perché? Un recente studio thailandese ha
riscontrato «un’associazione positiva» tra leucemie infantili e lo smog
(biossido d’azoto). E «meritevole di ulteriore approfondimento» è anche
il rapporto di causa-effetto tra l’inquinamento da benzene e
l’insorgenza di tumori del sangue. Solo un’altra ipotesi di lavoro. In
un campo orfano di certezze scientifiche.
Il dossier
«Inquinamento ambientale ed insorgenza di tumori nella popolazione
urbana» è stato realizzato dalla Fondazione Veronesi in collaborazione
con il Comune, nel 2009, all’interno del programma «Pro-Life». La
cornice è quella di una città in cui s’invecchia meglio e «il rischio
di morte è inferiore» rispetto al trend lombardo e nazionale.
Attenzione, però: l’età media s’allunga, ma i ricoveri restano «stabili
», a conferma che il salto l’han fatto, più che la qualità della vita e
dell’aria, la «specializzazione» e il «progressivo miglioramento» di
interventi diagnostici e terapeutici, programmi di diagnosi precoce e
livelli d’assistenza.
Corvetto, Barona e Stadera, fino al
Giambellino: la carta del rischio circoscrive i quartieri a Sud. I
medici hanno individuato gli epicentri del dolore dopo aver incrociato
i dati sulle concentrazioni di benzene nell’aria con gli indici di
diffusione delle leucemie e le mappe di reddito delle famiglie. Per la
fascia meridionale della città, alla fine, è stata riscontrata la
«tendenza ad una maggiore mortalità». Una tendenza, non una condanna.
La teoria della leucemia da smog, infatti, ha più d’un argomento
contrario. Uno su tutti: l’incidenza del tabacco. Il benzene respirato
in un giorno, nel peggiore dei giorni possibili, risulta «circa la metà
rispetto a quello conseguente al fumo di una sigaretta». In numeri: 46
microgrammi contro 110. In parole, la correlazione tra l’inalazione di
benzene e l’insorgenza della malattia è ipotesi «interessante», ma
insufficiente: «La metodologia di studio potrebbe essere ulteriormente
affinata».
Questo quanto pubblicato sul Corriere nella pagina di Milano.
a
Napoli csa stiamo facendo per capire tali dati in considerazione della
gravità sia della situazione dell’aria napoletana che della statistica
che vede la vita media nella nostra città inferiore di due anni
rispetto alle altre città.
Cercheremo di coinvolgere l’Ordine dei
Medici,Medici per l’ambiente ,la Croce rossa e la Cisl che incontreremo
nei prossimi giorni.