A scuola tardi mandati a casa. C’è la denuncia
Entrano in classe con 15 minuti di ritardo e il professore li manda a
casa. Ma il provvedimento manda su tutte le furie i genitori, uno di
loro va dai carabinieri e denuncia la scuola. È accaduto all’istituto
professionale Galileo Ferraris di Marigliano dove venti studenti della
VA, dopo essere entrati in classe, sono stati invitati a lasciare le
aule perché non avevano rispettato l’orario d’ ingresso previsto con
disposizione della dirigenza scolastica alle 8.20. Immediate le
reazioni dei genitori. Sul piede di guerra Franco Vivolo che ha
presentato un esposto ai carabinieri. «Se esiste un regolamento deve
essere applicato per tutti. Studenti delle altre classi sono entrati
allo stesso orario e non sono stati rispediti a casa. Non si può
mandare per strada i ragazzi mentre i genitori sanno che stanno a
scuola». A provocare la dura reazione di Vivolo è stato un precedente
episodio verificatosi qualche settimana prima, quando suo figlio è
rimasto vittima di un incidente in motorino, dopo che non era stato
ammesso in classe. Il 18enne che frequenta la V A Meccanica si era
presentato a scuola sprovvisto di certificato medico dopo un periodo di
assenza per motivi di salute di circa 15 giorni. Da qui la decisione
della scuola di mandarlo a casa. Il giovane, però, durante il tragitto
è caduto dallo scooter riportando una frattura al braccio destro.
«Avrebbero potuto contattarmi – afferma Vivolo – avrei portato io il
certificato così mio figlio non sarebbe rimasto vittima di
quell’incidente». Ieri poi di fronte a quella decisione del professore
di mandare via dalle classi venti studenti entrati a scuola alle 8.35
invece che alle 8.20 Vivolo si è rivolto alle forze dell’ordine. Il
professore che ha deciso di applicare alla lettera il regolamento
scolastico d’ingresso afferma: «Più volte ho invitato i ragazzi ad
essere puntuali, ma i miei appelli sono rimasti lettera morta. Questa è
una scuola di frontiera dove gli studenti pensano di poter fare ciò che
vogliono». Intanto Vivolo a nome dei genitori si è rivolto anche ad un
avvocato mentre dalla scuola cercano di spiegare che il loro
provvedimento era dettato dalla necessità di far comprendere che la
scuola è un’istituzione seria dove un minimo di regole bisogna
osservarle. Intanto Vivolo sollecita anche l’invio nell’istituto
professionale di un’apposita commissione ispettiva per fare chiarezza
sulla questione. «Questo pugno di ferro –afferma Vivolo- non invoglia
certo gli studenti ad amare la scuola». Il preside Saccone chiarisce:
«Nessun braccio di ferro siamo stati sempre aperti al dialogo con i
giovani».
«Arrivare a scuola in orario è un segno di rispetto nei confronti non
solo delle persone ma dell’Istituzione», spiegano alcuni docenti che
non intendono commentare nello specifico la denuncia del padre
dell’alunno rindato a casa con altri studenti ritardatari. E il preside
Vincenzo Saccone aggiunge : «È diventata un’ abitudine in quella classe
non rispettare le regole scolastiche ed entrare sistematicamente in
ritardo. Finora siamo stati sempre tolleranti e pazienti. Ma questi
ragazzi devono affrontare l’esame di maturità e le assenze e i ritardi
certo non giovano sulla valutazione finale . La legge Gelmini non
ammette rinvii».