Aborto, nuova pillola del giorno dopo: funziona fino a 5 giorni dal rapporto
ROMA
Lo studio ha preso in esame 1241 donne statunitensi che sono
(25 gennaio) – La pillola del giorno dopo che può essere presa 120 ore
dopo il rapporto invece delle 72 di quella tradizionale è efficace per
tutta l’intervallo di tempo e non dà effetti collaterali gravi. Lo ha
confermato uno studio pubblicato dal Journal of Obstetrics and Ginecologics, che prelude alla commercializzazione di questo farmaco, già autorizzato in Europa, negli Usa.
dovute ricorrere alla contraccezione d’emergenza, somministrando loro
il farmaco a base di ulipristal acetato, che ha un meccanismo simile al
levonorgestrel, quello della pillola del giorno dopo tradizionale. La
pillola ha mostrato un tasso di successo del 97,9%, paragonabile a
quello del levonorgestrel, ma a differenza di questo non ha evidenziato
una perdita di efficacia nell’arco del periodo di somministrazione. Gli
effetti collaterali, prevalentemente mal di testa, nausea e dolori
addominali, sono stati definiti “da leggeri a moderati”.
La nuova pillola è prodotta dalla stessa casa farmaceutica francese
del levonorgestrel, la Hra Pharma. L’Emea, l’autorità farmaceutica
europea, l’ha autorizzata lo scorso marzo, mentre la richiesta di
commercializzazione è datata maggio. Nel nostro continente è venduta in
Gran Bretagna, Germania e Francia. In Italia è autorizzata la vendita
solo di quella tradizionale, che necessita di prescrizione medica e in
molti ospedali non viene somministrata perché considerata abortiva.
Viale: attenti effetti annuncio. «Ben venga se si
introducono nuove molecole» come contraccettivi d’emergenza, «ma non
vorrei che l’effetto annuncio superasse» la reale efficacia del
farmaco. Il ginecologo Silvio Viale commenta così la notizia. «È chiaro
che la pillola del giorno dopo, agendo sull’ovulazione, è più efficace
quanto prima viene assunta. La nuova pillola dovrebbe avere un effetto
anche post-ovulatorio, altrimenti è fisiologico che l’efficacia si
riduca col passare dei giorni». Per garantire «il trattamento migliore
possibile alle donne» sottolinea però il ginecologo, ricordando di
avere fatto ricorso contro l’avvertimento che ha ricevuto dall’Ordine
dei medici del Piemonte per aver distribuito per strada ricette per la
pillola del giorno dopo, «io continuo a richiedere l’abolizione della
ricetta per il levonorgestrel. E spero che anche le case farmaceutiche
si decidano a chiederlo, così come hanno fatto in altri Paesi europei».