Aborto, stop del Senato alla Ru486 Sacconi: senza ricovero violata 194
Stop alla commercializzazione della pillola abortiva Ru486 in attesa di un parere tecnico del ministero della Salute circa la
compatibilità tra la legge 194 e la RU486: è questo il parere della
Commissione Sanità del Senato. E mentre dall’opposizione piovono
critiche il ministro del Welfare Sacconi avverte: serve prima il parere
del governo e poi nuova delibera Aifa.
Stop dalla Commissione. La commissione Sanità di palazzo Madama
ha approvato, a maggioranza, con il voto favorevole di Pdl e Lega e
quello contrario del Pd, il documento finale dell’indagine conoscitiva
sulla pillola abortiva RU486 presentato dal presidente e relatore
Antonio Tomassini, nel quale si chiede di fermare la procedura di
immissione in commercio della pillola abortiva in attesa di un parere
tecnico del ministero della Salute circa la compatibilità tra la legge
194 e la RU486.
14 voti a favore, 8 contrari. La mozione del relatore Antonio
Tomassini è stata approvata a maggioranza. Quattordici i voti a favore,
compreso quello del presidente della commissione, e 8 quelli contrari,
tutti dell’opposizione. Secondo i regolamenti dell’indagine
conoscitiva, le altre 2 mozioni, della senatrice radicale eletta nelle
fila del Pd, Donatella Poretti, e quella del partito Democratico, non
sono state votate, perchè precluse dal voto favorevole della mozione di
maggioranza.
Tomassini: parola ora passa a governo. L’indagine conoscitiva ha
svolto il suo compito, ora la parola passa al Governo. Il presidente
Antonio Tomassini non si sbilancia sulle conseguenze del voto e spiega
che la «commissione ha esaurito il suo compito». Ora «tutto comparirà
sui resoconti parlamentari – e sarà inviato agli organi di Governo.
L’indagine conoscitiva sulla pillola è servita per far maturare in
tutti gli esatti termini di questa vicenda. E credo che tutto sia stato
fatto in modo approfondito e imparziale». Tomassini ha poi voluto
sottolineare che nonostante nel voto finale sia prevalso un meccanismo
di schieramento, nella realtà «tutti hanno ritenuto che l’indagine è
stata utile e necessaria. I soli punti di divisione – conclude – sono
stati sulla procedura utilizzata da Aifa ed Emea».
Sacconi: serve prima parere del governo. Sull’immissione in
commercio della Ru486 «la procedura corretta è evidente: richiede
preventivamente il parere del Governo e dopo una nuova delibera
dell’Aifa». Lo afferma il ministro del Welfare Maurizio Sacconi,
aggiungendo che «la vecchia delibera è nulla perchè serve il parere del
Governo». Riguardo ai tempi del parere governativo il ministro precisa
che «non saranno lunghissimi» e che saranno quelli «necessari». «Noi
esprimeremo un parere e conseguentemente a quel parere l’Aifa dovrà
rideliberare».
Sacconi: coerenza con 194 solo con ricovero. «La coerenza con la
legge 194 si realizza solo se c’è il ricovero ospedaliero ordinario per
tutto il ciclo fino all’interruzione verificata della gravidanza. Un
processo che invece avvenisse al di fuori di questo contesto sarebbe
una violazione della legge 194». Lo afferma il ministro del Welfare
Maurizio Sacconi. «Questo significa che bisognerà dar vita ad un
monitoraggio rigoroso, perchè se nei fatti si verificasse l’elusione
sistematica di quella disposizione, noi dovremmo sollevare il problema
della incompatibilità strutturale tra la legge 194 e il processo
farmacologico»..
Cicchitto: non condivido lo stop. «Francamente non condivido il
blocco richiesto dalla Commissione Sanità del Senato nei confronti
della pillola RU486, che l’Agenzia Italiana del Farmaco, del tutto
tecnica e neutrale, ha ammesso all’uso con vincoli assai rigorosi (la
commercializzazione e l’uso è consentita solo in ospedale) che
rispettano la legge 194. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha agito in
modo del tutto regolare e legittimo». Lo dice il capogruppo del Pdl
alla Camera Fabrizio Cicchitto.
Finocchiaro: una battaglia politica. «La maggioranza sta
giocando una battaglia politica tutta interna su quel bene primario che
è la salute delle donne, strumentalizzandola. Noi invece la salute
delle donne la vogliamo garantire». Lo afferma la presidente dei
senatori Pd Anna Finocchiaro. «L’indagine conoscitiva la volevamo alla
ricerca di una migliore prassi che assicuri lo standard più alto per
l’assistenza delle donne. Ma nella maggioranza si sta giocando una
partita tutta interna, ed alla fine è stata utilizzata per bloccare
l’iter tecnico e scientifico dell’Aifa». Finocchiaro punta, quindi, il
dito sulle dichiarazioni del ministro del Welfare Sacconi, ma anche
sulla «contraddittorietà di giudizio» tra Maurizio Gasparri «che parla
di aborto fai da te» e di Fabrizio Cicchitto «che invece dà ragione
all’Aifa». «La faccenda della libera distribuzione della RU486 e
dell’aborto fai da te continuamente evocata da una parte del centro
destra come accusa verso il centro sinistra è assolutamente falsa. Ogni
nostro atto ha sempre previsto che la somministrazione del farmaco
avvenisse in ambito ospedaliero e con l’osservanza di tutte le
garanzie, i controlli e le tutele previste dalla legge 194».
Viale: stop antiabortista. «È una svolta antiabortista del
Senato, per le donne si preannunciano tempi bui se il politico fa il
dottore». È la reazione a caldo di Silvio Viale, il ginecologo torinese
che ha condotto la sperimentazione della pillola abortiva. La richiesta
della Commissione Sanità di palazzo Madama, secondo Silvio Viale,
«allinea l’Italia alle posizioni di Polonia, Malta e Irlanda, dove
l’aborto è vietato». «Sul piano scientifico si tratta di un documento
di mero oscurantismo politico. Ed è il sintomo di come la donna sia
sempre più lasciato sola in balia di posizioni antiabortiste che
manipolano la scienza per i propri scopi politici».
Idv: «Un autentico colpo di mano. È assolutamente indecente
quanto deliberato questa mattina dalla commissione Igiene e Sanità del
Senato che ha chiesto al Governo di bloccare la messa in vendita della
pillola Ru486». Lo ha detto il presidente del Gruppo Italia dei Valori
al Senato, Felice Belisario. «Si tratta di una scelta oscurantista che
fa fare salti indietro rispetto ai Paesi più evoluti, nei quali viene
già somministrata da anni senza battaglie puramente ideologiche e che
nasconde altri sconci baratti».