Abusi edilizi e demolizioni in Campania Una guida per capire che cosa succede
NAPOLI (25 aprile) – Sarà calendarizzato per la prima settimana di maggio, in Senato, il decreto che blocca le ruspe.
E la discussione già si annuncia infuocata. In prima fila, i senatori
del centrosinistra che già preparano i testi per emendare il decreto
approvato due giorni fa in Consiglio dei ministri. Due commi appena che
fermano le ruspe sino al 30 giugno del 2011 e che riguardano le prime
abitazioni abusive realizzate entro il 31 marzo 2003. Al momento in
commissione ambiente di palazzo Madama c’è già il disegno di legge
(primo firmatario il senatore pdl Carlo Sarro) presentato a metà
febbraio per riaprire in Campania proprio i termini del condono
edilizio. Probabilmente verrà accantonato per discutere direttamente il
decreto licenziato due giorni fa.
Tocca ora decidere a quale commissione verrà assegnato. Perché il testo
è contenuto, a suo volta, in un decreto più ampio. «Appena sarà
vagliato dalla commissione Ambiente – annuncia Roberto Della Seta –
presenteremo già lì i correttivi. Perché questa sanatoria rischia di
innescare una corsa al mattone, che è già iniziata». E gli emendamenti
che stanno limando i senatori democrat ruotano attorno a due quesiti.
Il primo: il testo blocca comunque le demolizioni e quindi agisce
retrospettivamente anche sulle sentenze passate in giudicato. «E non è
ammissibile», secondo Della Seta. Il secondo: come dimostrare che
l’abuso è stato commesso prima del 31 marzo del 2003? E sarà guerra in
Aula. Anche perché dal Pdl ci saranno, per cominciare, correttivi per
dimostrare che i vincoli paesaggistici regionali non equivalgono a
quelli nazionali (c’è una sentenza della Consulta). E sono quindi
aggirabili. Contro i senatori campani, a cominciare dalla loro
coordinatrice Teresa Armato: «Daremo battaglia per fermare questo
scempio che rischia di diventare un altro colpo di spugna. E staremo
attenti che questo provvedimento non causi un ulteriore scempio e
inneschi una corsa a costruire per rientrare nella sanatoria».
Evitare cioè che, paradossalmente, le maglie si allarghino. Stava già
per accadere a dicembre con il testo nel milleproroghe. Tanto che la
senatrice pd Maria Fortuna Incostante se ne accorse e ritirò la firma.
«La Regione non legiferando – spiega oggi – creò una disparità tra i
cittadini campani e quelli del Resto del Paese. D’accordo a uniformare
ma ci sarà massima attenzione perché questo decreto rischia di
deturpare ulteriormente il territorio ed allargare le maglie della
sanatoria. E questo non verrà tollerato». Intanto l’assessore
napoletano al patrimonio Marcello D’Aponte si dice «preoccupato» del
provvedimento: «Le demolizioni servivano a fermare gli abusi e la linea
di Caldoro va nella direzione completamente opposta».