Abusi edilizi, scatta il decreto-condono Ma ruspe in azione nelle zone vincolate
NAPOLI
(24 aprile) – Appena due articoli che scatenano aspre polemiche. Tra i
malumori della Lega e una battaglia che nel pomeriggio diventa aspra
sull’uso delle parole. «È una sanatoria», attacca il centrosinistra;
«Abbiamo solo ristabilito le stesse condizioni di diritto», replica il
centrodestra.
Di certo c’è che il decreto legge licenziato ieri
in Consiglio dei ministri, su proposta di Berlusconi e dei ministri
Alfano e Matteoli, riapre solo per i campani, che non ne hanno
usufruito, i termini del condono edilizio del 2003. Nel frattempo
blocca sì gli abbattimenti (sino al 30 giugno del 2011) per le prime
case realizzate entro il 31 marzo del 2003 ma ad eccezione di quelle
delle quali «sia stata accertata la pericolosità» e quando sia stata
accertata «la violazione dei vincoli paesaggistici nazionali».
A spingere in questa direzione più restrittiva sarebbe stato il
ministro della Lega Calderoli, per evitare l’ira del popolo del
Carroccio. E a una prima lettura del testo sembrerebbero assai poche le
case che possono sfuggire alle ruspe. Perché in Campania oltre il 60
per cento del territorio è messo sotto vincolo. E infatti ai primi
lanci d’agenzia sul testo, il sindaco di Forio d’Ischia Franco Regine
attacca: «Dal decreto verrebbero esclusi proprio i casi che
riguarderebbero la nostra isola. La ritengo – dice Regine – l’ennesima
discriminazione perpetrata ai danni dei cittadini isolani che hanno
creduto alle promesse del Pdl, ricambiando con enorme consenso di voti».
Si vedrà nei prossimi 60 giorni durante le discussioni per la
conversione del decreto in legge (prima lettura al Senato). Perché se è
vero che si demolirà comunque in violazione delle norme paesaggistiche,
lo è anche il fatto che la Consulta (sentenza 49/2006) fa distinzione
tra vincoli assoluti e relativi. Ovvero su norme nazionali (come
individuate da decreto), che sono e rimangono inaggirabili, e
regionali, quindi parzialmente rimuovibili. E su questa distinzione,
c’è da essercene certi, sarà battaglia nei prossimi 60 giorni. Polemica
per ora c’è già tra Pdl e opposizione mentre Legambiente annuncia che
impugnerà il dl davanti alla Corte Costituzionale. Butta acqua sul
fuoco il senatore Carlo Sarro che a dicembre tentò di far passare la
sanatoria campana nel milleproroghe e fu primo firmatario di un disegno
di legge a metà febbraio. «La precedente giunta Bassolino adottò, nel
2004 e nel 2006, due provvedimenti poi dichiarati illegittimi dalla
Corte Costituzionale. In forza di quelle misure si sarebbe impedito ai
cittadini campani di presentare domanda di condono come avvenuto nel
resto del Paese. Ora invece – spiega Sarro – la sospensione delle
demolizioni collegata alla ricognizione del regime vincolistico,
operazione di competenza regionale, dimostra come la finalità del
provvedimento è quella di venire incontro alle esigenze abitative della
popolazione ma anche e soprattutto quella di avviare una seria stagione
di pianificazione del territorio».
E se l’ex governatore Antonio Bassolino attacca («La nuova maggioranza
comincia male»), da parte del suo successore Stefano Caldoro c’è
soddisfazione per un provvedimento annunciato in campagna elettorale.
Anche se il governatore preferisce non far alcun commento pubblico, lo
fa il ministro Mara Carfagna: «Il governo non poteva assistere
impassibile al fatto che, con gli abbattimenti, molte donne con
bambini, anziani, addirittura disabili, tutti senza un’altra
abitazione, venissero lasciati in mezzo a una strada. Per questa
ragione e per l’ultima volta l’esecutivo è stato costretto a
intervenire per sanare quella che la Corte costituzionale ha definito
disparità di trattamento dei campani rispetto al resto dei cittadini
italiani».