Acqua ai privati, fiducia al governo Ronchi: più qualità e prezzi minori
La Camera ha approvato la questione di
fiducia posta dal Governo sul decreto legge salva-infrazioni Ue. Il
voto finale sul provvedimento, dopo l’esame degli ordini del giorno, è
previsto domani alle 13. Sarà l’approvazione definitiva: il testo è
immutato rispetto a quello uscito dal Senato. Tra le misure principali,
la riforma dei servizi pubblici locali, inclusa la gestione dell’acqua.
I voti favorevoli sono stati 320, i contrari 270. Idv e Verdi hanno già
annunciato il ricorso ad un referenum. Decisamente contrarie le
associazioni dei consumatori e la Cgil che parla di «favori alla criminalità».
Accanto alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali ci sono diverse altre misure,
molte inserite a Palazzo Madama, nel decreto varato dal Governo per
sanare procedure di infrazione Ue nei confronti dell’Italia. Tra queste
figurano le norme anti-mafia per l’Expo 2015; lo slittamento a metà
2010 del termine per il varo del primo decreto attuativo del
federalismo fiscale; l’operatività fino a settembre 2010 delle società
del gruppo Tirrenia in vista della privatizzazione; la creazione di
società miste tra Anas e regioni per la realizzazione di autostrade
locali; un registro anti-spot telefonici; una sanatoria per il cumulo
di attività di distribuzione all’ingrosso di medicinali e gestione di
farmacie comunali in capo a società che distribuiscono medicinali
all’ingrosso; nuovi termini per l’obbligo di eco-lampadine ed
eco-elettrodomestici. Infine, il recupero dalle ex-municipalizzate di
aiuti giudicati incompatibili dalla Ue.
Ronchi: nessuna privatizzazione. Il ministro Ronchi ha
assicurato: «L’acqua è un bene pubblico e il decreto non ne prevede la
privatizzazione. Su questo tema sono state dette molte sciocchezze. Con
questa legge si vogliono combattere i monopoli, le distorsioni, le
inefficienze con l’obiettivo di garantire ai cittadini una qualità
migliore e prezzi minori. I privati dovranno dare prodotti migliori a
prezzi minori». Ronchi ricorda come l’Italia sia il Paese con
acquedotti che sono «il più grande colabrodo d’Europa». Le nuove norme,
prevedono «che i monopoli debbano aprire ai privati migliorando i
servizi offrendo ai consumatori prodotti migliori a costi minori». Per
quanto riguarda l’Authority che dovrà vigilare sui prezzi Ronchi ha
ipotizzato che possa essere «una branca dell’Autorità
dell’energia. In ogni caso il dibattito sulla soluzione migliore è aperto al confronto».
Brunetta: timori solo dai conservatori. «Non si tratta di una
privatizzazione dell’acqua ma di una liberalizzazione che aumenterà
l’efficienza nella produzione e distribuzione del bene, eliminerà i
monopoli pubblici, aprirà alla concorrenza e abbasserà i prezzi – dice
il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta – Eventuali
privatizzazioni saranno parziali. Attualmente la gestione dell’acqua,
nella stragrande maggioranza dei casi, è detenuta al 90% da enti
locali, vecchi monopoli che non garantiscono efficienza. I timori sul
provvedimento provengono solo da frange conservatrici, fondamentaliste,
amanti degli sprechi».
Catricalà: occorre vigilare sulle tariffe. «Il provvedimento mi
sembra buono – dice il presidente dell’Autorità di garanzia per la
concorrenza e il mercato, Antonio Catricalà – perché dà luogo a una
liberalizzazione da tanto tempo auspicata dall’Antitrust. L’acqua
resterà un bene pubblico, ma il servizio finalmente viene
liberalizzato, il che non vuol dire necessariamente privatizzato, ma
che si apre ai privati la possibilità di esercizio in questo servizio
essenziale». Catricalà ha però sottolineato che «rimane da chiarire chi
sarà l’Autorità che verificherà e stabilirà standard qualitativi minimi
essenziali e che vigilerà sulle tariffe».
Realacci: fiducia per coprire un imbroglio. «Inserire la
questione della privatizzazione dell’acqua dentro questo provvedimento
è una decisione contro il Parlamento e anche contro una parte della
maggioranza – dice Ermete Realacci del Pd – E’ una fiducia posta per
blindare un imbroglio. Rendere obbligatoria la privatizzazione della
gestione dell’acqua con queste modalità è solo una vergogna. Qui,
infatti, non si tiene conto né della tutela di una risorsa fondamentale
e preziosa come l’acqua, né di dove il pubblico funziona bene, né
dell’interesse dei cittadini, né di migliorare un servizio. Si
favoriscono solo interessi privati limiti e ben identificati».