Acqua avvelenata a Vibo Valentia, 25 indagati
Da anni i cittadini di Vibo e provincia, ma anche alcuni comuni del
catanzarese, avrebbero bevuto “acqua avvelenata”. Questo il risultato
delle indagini della procura di Vibo Valentia, guidata da Mario
Spagnuolo che ha indagato 25 persone con l’accusa di “avvelenamento
colposo di acque pubbliche”. Tra loro anche Sergio Abramo, neo sindaco
di Catanzaro, ma anche presidente della Sorical, la società che gestisce
in Calabria l’erogazione dell’acqua. Ci sono però altri sindaci del
comprensorio vibonese, dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale e
dell’Arpacal. La procura ha sequestrato il lago Alaco, il bacino che
serve a dissetare le zone “avvelenate” e i serbatoi dove confluisce
l’acqua che poi viene distribuita ai vari comuni del vibonese e
catanzarese. La procura vibonese ha nominato un custode giudiziario che
dovrà garantire il servizio dell’erogazione idrica.
ACQUA ROSSASTRA – Le indagini
dei carabinieri del Nas, del gruppo territoriale di Vibo e del Corpo
forestale dello Stato, sono state avviate due anni fa, dopo che in
alcuni centri del Vibonese, ma anche nella stessa città capoluogo, molti
cittadini avevano denunciato che dai rubinetti di casa, sgorgava acqua
torbida e dal colore rossastro. Per molti mesi Vibo valentia è stata
“dissetata” con autobotti, dopo che il sindaco aveva emanato una
circolare che vietava l’uso dell’acqua potabile. Il provvedimento è
stato esteso, successivamente, in altre zone della provincia. In alcuni
casi i cittadini hanno dovuto fare ricorso anche alle cure mediche per
alcune complicazioni dovute al fatto di aver bevuto o solo utilizzato
l’acqua potabile delle loro case. I rischi per la salute dei cittadini
sono stati ampiamente descritti nell’indagine che potrebbe avere altri
sviluppi. L’inchiesta ha inoltre accertato che le acque dell’Alaco non
erano per nulla a norma. Nel bacino erano dirottati gli scarichi
d’imprese del territorio e inoltre sono state trovate carcasse di
animali e rifiuti di ogni genere.