Acquisti verdi nella Pubblica amministrazione
Criteri ambientali minimi nazionali per carta in risme e ammendanti
del suolo: acquisti e consumi d’ora in poi dovranno essere sostenibili,
con criteri di efficienza e sostenibilità a cui
Lo prevede il provvedimento del 12 ottobre
ambientali minimi per l’acquisto di ammendanti e per l’acquisto di
carta in risme da parte della Pubblica Amministrazione”.
Tutto ciò sotto forma di strumento volontario, in base al quale la pubblica amministrazione dovrà integrare i cd. criteri ambientali in tutte le varie fasi del processo di acquisto.
Riguardo
ai prodotti che sotto l’aspetto ambientale possono essere preferiti
rispetto ad altri vi sono delle indicazioni di massima, ossia è
previsto che:
- consumino meno energia possibile;
- siano costituiti da materiali riciclati;
- non contengano sostanze nocive;
- derivino da processi produttivi meno impattanti, il cui volume sia ridotto e infine che siano di facile riciclo.
Le previsioni del provvedimento
Innanzitutto
pare opportuno specificare cosa debba intendersi per criteri ambientali
minimi; è cioè possibile definire gli stessi come quegli elementi che qualificano una procedura di appalto verde.
Sono delle “indicazioni tecniche”
collegate alle diverse fasi delle procedure d’acquisto, ovvero, oggetto
dell’appalto, selezione dei candidati, specifiche tecniche
(obbligatorie), criteri premianti (punteggi ponderativi) e condizioni
di esecuzione dell’appalto.
Tali criteri vengono definiti minimi poichè elementi di base per poter la qualificare come verdi le procedure d’acquisto.
Il
concetto di Acquisti verdi della Pubblica Amministrazione (Green Public
Procurement, o GPP) è stato definito dalla Commissione europea come “l’approccio
in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri
ambientali nelle fasi del processo di acquisto, incoraggiando la
diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi
sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei
risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile
sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.
Già nell’anno 2003 la stessa Commissione Europea aveva invitato gli stati membri ad adottare dei Piani d’azione nazionali, cd. PAN sul GPP; l’Italia aveva provveduto a “tale invito” con l’emanazione del Decreto interministeriale dell’11 aprile 2008, n. 135.
Il Piano prevede l’emanazione dei sopra citati criteri per undici categorie merceologiche individuate dalla Legge n. 296/2006
art. 1, commi 1126, 1127 e 1128, ovvero nello specifico: arredi,
edilizia, gestione dei rifiuti, servizi urbani e al territorio, servizi
energetici, elettronica, prodotti tessili e calzature, cancelleria,
ristorazione, servizi di, gestione degli edifici, trasporti.
Il provvedimento in commento adotta i primi criteri ambientali relativi a due prodotti (che
rientrano in due delle citate undici categorie merceologiche più
generali, ovvero cancelleria e servizi urbani e al territorio), ed in
particolare:
- carta in risme, vergine e carta riciclata;
- ammendanti del suolo.
Per quanto concerne gli ammendanti il provvedimento (nell’allegato) stabilisce che per il rispetto dei requisiti di conformità normativa, l’ammendante dovrà:
- essere conforme alle norme vigenti quali l’art. 2, comma 1, punto z) del decreto legislativo 217/2006 – “Revisione della disciplina in materia di fertilizzanti” e s.m.i.;
- rispondere alle caratteristiche per gli ammendanti compostati di cui all’allegato 2 del D.Lgs. 217/2006 e s.m.i..
Per ciò che concerne i mezzi di prova di conformità
alle specifiche tecniche, è possibile fare riferimento
all’autodichiarazione sottoscritta da parte delle ditte concorrenti; la
ditta “affidataria” dovrà produrre le certificazioni di conformità da
parte di organismi indipendenti riconosciuti.
Per quel che
attiene, infine, alle risme di carta, lo stesso provvedimento fa un
accenno al rispetto delle indicazioni contenute nel D.M. n. 203/2003),
il quale “prevede che gli uffici pubblici e le società a prevalente
capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con
una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non
inferiore al 30% del fabbisogno medesimo) e alla relativa Circolare
applicativa del 3 dicembre
Lo
scopo del provvedimento in questione, pertanto, è quello d’incoraggiare
la diffusione di tecnologie ambientali e di prodotti che siano validi
sotto il profilo ambientale e con il minor impatto sull’ambiente per
l’intero ciclo vitale.
In pratica per
Entreranno
così a pieno titolo le fonti energetiche rinnovabili, i prodotti meno
energivori o che consentono una minore produzione di rifiuti e il
ricorso a materiali riciclati.