Sembra strano, data la finalità della legge di adeguamento alla legislazione europea, che vieta anche in Italia la produzione delle buste di plastica, eppure le associazioni dei consumatori hanno espresso diverse perplessità su qualche punto, sebbene ne condividano gli obiettivi di difesa ambientale. Anzitutto, sul rinvio, voluto dal governo, con il decreto milleproroghe, che scaglionerà il divieto, secondo le dimensioni delle aziende commerciali in oggetto. Per tutte, infatti, è prevista la possibilità si smaltire la scorte, ma con date ultimative differenti. Per le grandi catene di distribuzione (gdo), il divieto assoluto scatterà dopo il 30 aprile, mentre le altre aziende commerciali avranno tempo fino a fine agosto; per i piccoli negozi, addirittura, ci sarà tempo fino a dicembre, per smaltire le scorte.
Le associazioni avrebbero desiderato tempi più celeri, per adeguarsi alla normativa europea. Altra nota critica è il sostituto delle ormai vecchie buste di plastica. Le associazioni dei consumatori denunciano che le buste sostitutive avrebbero un prezzo, che oscillerebbe tra i 5 e i 30 centesimi ciascuna, peraltro ingenerando profonda confusione tra i consumatori, data la scarsa chiarezza sulle loro caratteristiche. Per questo le associazioni chiedono che il governo prenda atto delal necessità di una maggiore informazione al riguardo, per rendere i consumatori più consapevoli.