Addio pubblicità “occulta”? Ora tutto legale
Addio pubblicità occulta in TV! Con il recepimento della direttiva
europea sui servizi media audiovisivi dello scorso 18 Dicembre, il
Product Placement (PP) si appresta a divenire legale anche in Italia,
cosi come è già nel resto del mondo dove ha raggiunto una quota
superiore al 5% dell’intero mercato pubblicitario.
l’ennesima riedizione di un prodotto vintage, nato negli anni ’60 con
le soap-opera per sponsorizzare prodotti per la casa –dall’inglese soap
= sapone-, o il tentativo di trasformare i nostri amati telefilm in
lunghissime telepromozioni?
A tranquillizzare un po’ tutti ci
pensa Marco Di Gioacchino, già Executive Director del Branded
Entertainment Endemol International, lunghi trascorsi nel gruppo
Mediaset, oggi Chief Revenues Officer di MirriAd, società leader nel
Product Placement Digitale: “il PP ha imparato la lezione, è
efficace quando integrato in maniera coerente, non forzata, lungo
l’intero iter narrativo e i format TV grazie alla loro frequenza e
durata consentono di contestualizzare al meglio gli inserimenti
rendendoli assolutamente naturali”.
Il deciso mutamento
degli scenari tecnologici ha fortemente incrementato il consumo
non-lineare di contenuti video (che la società di consulenza Deloitte
stima nel 2010 supererà il 10% del totale) rendendo così sempre più
difficile la tradizionale pianificazione pubblicitaria in video basata
su break e palinsesti orari.
“Oggi il PP, non è più semplice
alternativa ma solida opportunità di comunicazione per le marche che
possono cosi muoversi nello spazio e nel tempo attraverso i contenuti
che li ospitano” –afferma Di Gioacchino– ma i broadcasters dovranno affrontare due grosse sfide: pianificazione e valutazione economica.
E
qui entra in gioco il PP digitale di MirriAd che ha integrato in un
unico sistema proprietario automatizzato -ZoneSense- la definizione del
bacino pubblicitario, la costruzione del catalogo di vendita con le
posizioni direttamente visionabili online, l’inserimento del prodotto
e/o del logo all’interno del contenuto in grado di riprodurre
fedelmente i vari fattori visivi quali luce, brillantezza, luminosità e
prospettive di inquadratura.
I broadcaster sanno che la
gestione del PP fisico è complessa e dispendiosa, si tratta spesso di
progetti difficilmente standardizzabili, mentre tramite il PP digitale
è possibile organizzare un’offerta più semplice basata sul prodotto TV
già girato, raggiungendo risultati marginalmente più interessanti su
tutte le piattaforme.
Recentemente Nielsen IAG –conclude Di Gioacchino–
che misura da anni l’efficacia del product placement fisico combinato
agli spot in TV con incrementi medi nel riconoscimento del prodotto di
circa il 30-35%, chiamata da uno dei principali broadcaster in UK ad
analizzare un nostro progetto è rimasta sbalordita da risultati di
crescita a tre cifre e da quel 90% di audience che ha dichiarato
assolutamente non invasiva la presenza dei prodotti inseriti in
digitale.