Adozioni, via libera di Roma per accelerare le procedure
Roma. Il governo italiano accelera sull’accoglienza dei bambini
haitiani. Ieri mattina il Consiglio dei ministri ha deciso una «corsia
preferenziale» per le adozioni dei bambini colpiti dal terremoto e ha
dato incarico di verificare il percorso possibile a due componenti
dell’esecutivo, il sottosegretario Carlo Giovanardi, che è anche
presidente della Commissione per le adozioni internazionali (Cai), e il
ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, che ha la delega
sull’infanzia. Intanto, i ministri della giustizia dell’Ue a 27,
riuniti a Toledo, hanno deciso di avviare un coordinamento per l’aiuto
ai bambini orfani di Haiti. Una posizione richiesta in mattinata dal
ministro Angelino Alfano. Per alcune ore, la questione del sostegno
degli orfani di Haiti è stata oggetto di un «confronto» tra Giovanardi
che da giorni si sta interessando della materia e che in qualità di
presidente della Cai ha già stanziato 1,750 milioni di euro per
interventi sul posto, e il ministro Carfagna. Un comunicato di Palazzo
Chigi ha chiarito che sulle adozioni non si tratta di cambiare la
normativa – che è tra le più garantiste, restrittive e serie nel mondo
– ma di «semplificare e accelerare le procedure di autorizzazione alle
adozioni internazionali». Il ministero delle Pari opportunità sta
valutando le modalità per accelerare le procedure: innazitutto,
potranno accedere alle adozioni le famiglie che hanno già completato
l’iter burocratico e, quindi, hanno già le carte in regola per
accogliere i bimbi. In Italia sono solo 4mila, su 40mila in lista di
attesa, le coppie che ogni anno riescono ad accedere all’adozione da 62
paesi: ora a questi nuclei familiari potrebbe essere applicata una
«corsia preferenziale» per allargare il numero. Naturalmente,
l’operazione-adozioni deve comunque il via libera dal governo haitiano;
è necessario assicurarsi che davvero i piccoli sono rimesti senza
genitori; un altro problema è la condizione psico-fisica dei bambini:
lo choc del terremoto potrebbe avere creato traumi psichici. Occorre,
perciò, che uno staff di psicologi visiti i singoli soggetti per
evitare che allo stress del dolore post-sisma si aggiunga quello di
essere sradicati dalla propria terra in un paese straniero, con lingua
e usi diversi. Il ministero sta valutando anche l’ipotesi di una
collaborazione con le organizzazioni umanitarie internazionali e
naionali che si occupano di adozioni e con il sistema delle
comunità-famiglia. Sulla materia il ministro Carfagna è chiaro: «Il
governo ha deciso di fare il massimo per fornire accoglienza
temporanea, nel rispetto della normativa esistente che già prevede
procedure accelerate in caso di catastrofi naturali ed eventi
eccezionali, alle migliaia di minori che si trovano in una situazione
di drammatica difficoltà. Sono ottimista sul fatto che riusciremo ad
accogliere in pochissimo tempo i primi orfani di Haiti, assicurare loro
una casa e l’amore di cui hanno bisogno». Dal canto suo, anche
Giovanardi tiene a sottolineare che sia per le adozioni sia per
l’accoglienza temporanea (prevista presso comunità o case famiglia, non
in singoli nuclei familiari) le richieste devono partire da Haiti e a
quel punto l’Italia sarà pronta. L’Unicef Italia ha rivolto un appello
al governo italiano affinchè «tenga alta l’attenzione su questi
fenomeni, specie dopo la decisione di individuare una corsia
preferenziale per le eventuali richieste di adozione di bambini
haitiani, e di attenersi alle norme internazionali se non vogliamo che
la situazione degeneri in un indegno mercato dei bambini».