Un giorno di ordinaria follia. Si ripete tutti i venerdì all’aeroporto
di Capodichino, quando dai voli charter scendono i turisti provenienti
da ogni parte del mondo. L’obiettivo è trascorrere una vacanza
rilassante all’ombra del Vesuvio, in Costiera o sulle isole del Golfo.
Ma, percorsi i primi metri sul suolo napoletano, il sogno svanisce e ci
si ritrova involontari protagonisti di un incubo. È stato così per una
coppia di inglesi che ieri mattina hanno intrapreso la lunga
«traversata» a piedi dal terminal 1 al 2, dove ad attenderli c’era il
bus messo a disposizione dal tour operator. Tra un passo e l’altro,
però, si sono imbattuti in due scippatori che in pochi istanti hanno
messo a segno il colpo: hanno sfilato il rolex dal polso di uno di loro
e sono fuggiti a bordo di un motorino. Sul posto i poliziotti hanno
solo potuto raccogliere la denuncia cercando invano di rassicurarli. «È
sempre la stessa storia» tuonano i rappresentanti dell’Associazione
campana noleggio con conducente che da anni si battono per la
risoluzione dei problemi all’interno dello scalo. «Si tratta di un film
già visto – spiegano – a Capodichino si registrano tantissimi
disservizi che creano notevoli disagi ai turisti. Noi svolgiamo
un’attività utile in favore di tutti coloro che arrivano nella nostra
città e, nonostante gli accordi assunti con la Gesac per l’ampliamento
dei posti destinati a pullman e autovetture a noleggio, siamo costretti
a lavorare in modo inadeguato». Ma quali sono le difficoltà lamentate
dagli autisti e dai tour operator? Innanzitutto la mancata apertura del
terminal 2: i turisti sbarcano al terminal 1 e devono percorrere circa
cinquecento metri per raggiungere lo stazionamento dei bus, peraltro
sotto il sole e con i bagagli in spalla (in molte occasioni i carrelli
non sono sufficienti). Un percorso che spesso si trasforma in una vera
e propria odissea: i visitatori scavalcano ringhiere, passano tra le
auto in sosta e tra quelle che sfrecciano ad alta velocità e sono
esposti a furti, rapine e scippi, come accaduto ieri. Naturalmente i
disagi aumentano per anziani e mamme con i passeggini. E di sera? «A
quel punto l’aeroporto – raccontano gli autisti dell’Acncc – diventa
terra di nessuno. Anche noi abbiamo paura»
È
scontro tra Gesac e Comune sui disagi vissuti dai turisti
nell’aeroporto di Capodichino. Dopo le proteste di tour operator e
albergatori per la mancata apertura del terminal 2, la società che
gestisce lo scalo passa al contrattacco: «All’interno tutto funziona
regolarmente – spiega il direttore generale Marco Consalvo – In dieci
anni abbiamo investito 153 milioni di euro per i lavori di ampliamento
del terminal 1, eseguiti senza mai interrompere le attività. I metri
quadrati complessivi sono passati da 10mila a 20mila, i check-in da 30
a 60, i gate per i controlli da 5 a 12, i nastri di consegna dei
bagagli da 3 a 5». I veri problemi si registrano all’esterno, dove i
turisti scesi dai voli charter devono attraversare cinquecento metri
all’aperto per raggiungere lo stazionamento dei bus. Un percorso a
ostacoli e con livelli di sicurezza scarsi: «Da tempo chiediamo al
Comune di poter gestire l’area che conduce allo scalo. Ma siamo ancora
in attesa di una risposta definitiva – aggiunge Consalvo – Non
istituiamo un servizio navetta perché appesantirebbe il traffico
all’interno dello scalo». La storia parte da lontano: nel 2006 i
rappresentanti della Gesac e di Palazzo San Giacomo partecipano a una
preconferenza dei servizi nel corso della quale la società guidata da
Mauro Pollio chiede di poter attuare il progetto «Isola felice»: si
tratta, in pratica, di un piano che prevede la realizzazione di un’area
videosorvegliata e protetta, con adeguati impianti di illuminazione e
sistemi integrati di comunicazione tra aeroporto, questura e
prefettura. Il traffico verrebbe controllato da appositi ausiliari
privati al posto dei vigili urbani, oggi insufficienti. Dopo il vertice
il Comune avrebbe dovuto nominare un responsabile del procedimento a
cui affidare la stesura di un accordo di programma tra le parti, ma ciò
non è avvenuto. La Gesac si è quindi rivolta al Tar chiedendo la nomina
di un commissario ad acta e a questo punto, prima dell’udienza (fissata
per il prossimo mese di ottobre), l’Amministrazione ha provveduto a
indicare l’ingegner Ambrosio come responsabile del procedimento. Il
progetto, però, non è ancora decollato in quanto l’area disegnata dai
tecnici per l’isola felice include anche edifici privati. È dunque
necessario modificare il piano di intervento inglobando esclusivamente
spazi pubblici. Nel frattempo la Gesac ha avviato i lavori di
ripavimentazione di uno dei marciapiedi all’interno dello scalo ma
l’intervento è stato bloccato dai vigili urbani che hanno trasmesso gli
atti in Procura: l’area risulta tuttora sotto sequestro. «Stiamo
parlando di una superficie pubblica che non può essere data in gestione
facilmente – afferma l’assessore alla Mobilità Agostino Nuzzolo –
Presto ci riuniremo di nuovo per tentare di raggiungere un accordo.
Quanto alla polizia municipale – aggiunge – se prima sembrava ci fosse
una mancanza di volontà del Corpo, ora con il rafforzato impegno e gli
stimoli del nuovo comandante si è dimostrato che le risorse umane e
finanziarie in campo sono al di sotto di quelle strettamente
necessarie». |
mi è costato, ma ho fatto bene 50 anni fa ascoltando Eduardo (fuitevenn’ !) me ne sono andato. mai pentito.