Aiutò la figlia a morire, mamma assolta
di NOI Consumatori · 27 gennaio 2010
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LONDRA (26 gennaio) – Il Tribunale inglese della città di Lewes ha assolto Bridget Kathleen Gilderdale, la donna accusata di aver aiutato la figlia a suicidarsi, somministrandole dosi di morfina e di altri medicinali. Dopo la lettura della sentenza , il giudice Bean si è rivolto alla Gilderdale dicendole: «Non ho dubbi che lei è stata una madre premurosa e amorevole, e che ha voluto scegliere la cosa migliore per sua figlia».
Nel dicembre 2008, la figlia della Gilderdale, Lynn, da 14 anni malata di encefalomielite, aveva chiesto alla madre di aiutarla a suicidarsi, poichè la malattia non le permetteva più alcun movimento.
La Gilderdale aveva somministrato a sua figlia una grande quantità di morfina, antidepressivi e sonniferi, e le aveva iniettato nelle vene delle siringhe piene d’aria.
La sentenza di assoluzione di Bridget Gilderdale ha provocato un acceso dibbattito nel Regno Unito. L’assoluzione infatti è arrivata a soli tre giorni dalla condanna all’ergastolo di un’altra made che aveva aiutato il figlio gravemente malato a morire.
Nel novembre 2008 Frances Inglis, madre di Thomas, ventiduenne entrato in coma irreversibile dopo essere caduto da un’ambulanza, aveva somministrato a suo figlio delle dosi di eroina, provocandone la morte per overdose.
La Inglis ha descritto la sua decisione come un tentativo di risparmiare al figlio una «sofferenza terribile», e donargli uma «morte indolore e serena». Il giudice Brian Barker l’ha condannata all’ergastolo, dichiarando che «non esiste nella legge alcun concetto sull’omicidio misericordioso. È sempre un omicidio». |