Al via la Banca del Mezzogiorno «Non saremo un carrozzone»
Roma. Prende corpo la Banca per il Sud, fortemente voluta dal ministro
dell’Economia Giulio Tremonti che oggi tiene a battesimo il progetto
con una presentazione al ministero. La Banca del Mezzogiorno, questo il
nome ufficiale, partirà con un comitato promotore di 15 componenti
presieduto con ogni probabilità da Augusto dell’Erba, esponente delle
Banche di credito cooperativo le quali assicurano che non sarà un
carrozzone pubblico creato per concedere «credito facile» ma selettivo.
Il comitato, nel quale per il Tesoro siederà Andrea Montanino e
includerà rappresentanti delle banche, delle Poste e del ministero
dello Sviluppo economico oltre che dell’imprenditoria femminile e
giovanile, dovrà poi stilare il piano industriale. La banca, nelle
intenzioni di Tremonti, serve a colmare un vuoto in un territorio dove,
dopo le acquisizioni degli storici istituti di credito da parte dei
gruppo del Nord, le banche con azionisti e cervello meridionali rimaste
sono di piccola o media dimensione. È forse anche per questo che
l’iniziativa è stata accolta con un certo scetticismo negli ambienti
finanziari anche se poi i vertici dei principali gruppi bancari hanno
detto di non essere ostili, purchè la Banca del Mezzogiorno abbia
caratteristiche di mercato. Il nuovo istituto comunque sarà di secondo
livello. Ovvero, non avrà sportelli o filiali proprie ma si appoggerà a
reti esterne, in primis quelle delle 100 Banche di credito cooperativo
già presenti nel Mezzogiorno (600 sportelli), delle Poste e di altre
banche popolari che eventualmente si aggiungeranno in seguito. Non ci
saranno pressioni comunque per la concessione di «credito facile»,
assicurano le Bcc. «Sarà compito delle banche del territorio – ha
spiegato il direttore generale di Federcasse Sergio Gatti – valutare il
merito di credito senza impulsi dal centro, anche se questo venisse da
Palermo o Napoli anzichè da Roma o Milano». Definiti gli obiettivi
della nuova iniziativa. L’istituto dovrà sostenere le iniziative
imprenditoriali localizzate nelle stesse regioni e canalizzare il
risparmio verso iniziative che creino occupazioni, emergenz anumero uno
in un territorio che continua ad avere un tasso di senza lavoro
superiore alla media nazionale. La «benzina» della banca saranno le
obbligazioni che godranno di un’aliquota agevolata al 5% contro il
12,5% abituale delle rendite finanziarie e saranno sottoscritte dai
risparmiatori.