Alitalia, nuovo programma per sconfiggere le low-cost
I grandi scali sono il passato, il
futuro dell’aviazione civile si gioca sulle piste di provincia. Ora che
i giorni bui del fallimento sono alle spalle, la Nuova Alitalia
amplia i propri orizzonti e progetta nuove rotte: per sfidare
Ryanair&Co serve un’offensiva sul loro stesso terreno, gli
«aeroporti di 2° e 3° livello». Dove si gioca la partita decisiva per
la sopravvivenza: quella contro le compagnie low cost.
La
«fase due» del rilancio si basa su «una strategia aggressiva». Rocco
Sabelli ne parla prima in un hangar di Fiumicino, parlando a 2000
dipendenti, poi la illustra in Commissione trasporti alla Camera. Primo
obiettivo secondo l’ad: «Estendere la copertura sugli scali piccoli che
sono stati terreno fertile per le low-cost». Lo stato dell’arte:
accordi raggiunti con Torino e Venezia, imminenti con Bari e Brindisi,
nodo cruciale della mobilità nel Meridione, contatti in corso con
Perugia, Catania-Comiso, Crotone e Alghero. Seconda parte della
strategia: «Non saremo mai una low cost», ma il brand AirOne
verrà utilizzato per creare prodotti sul mercato delle tariffe basse.
In primis a Malpensa, dove «l’85% dell’offerta è rappresentata da low fare, full economy
o prezzi scontati». La ciliegina sulla torta: dall’estate Alitalia
entrerà nella partnership tra AirFrance-Klm e l’americana Delta sulle
rotte transatlantiche.
Ora il cielo sembra terso, dunque. Per il
presidente, Roberto Colaninno, la tempesta è passata: «Abbiamo
certificato il salvataggio di Alitalia». Anzi: «Ora comincio a
divertirmi». Ma «ci sono problemi strutturali da risolvere», chiosa
Sabelli. Infatti. Ieri un gruppo di cassintegrati si è incatenato
davanti al centro direzionale di Napoli, per protestare contro i
ridimensionamenti.