Alito cattivo e obesità, bocciati a lavoro. Ricerca della Sun: incidenza di oltre il 50%
Sei
obeso? Scordati lavoro. In sovrappeso? La situazione non migliora. Se
hai invece una linea da modello, un fisico slanciato e una pettinatura
alla moda, il posto è tuo. Il titolo di studio, l’esperienza e la
conoscenza delle lingue contano, ma fino al confine in cui le riduce un
corpo abbondante, o peggio, trasandato. Quello che fino a ieri si
sospettava sui colloqui di lavoro nelle aziende, in un mondo sempre più
edonistico, è oggi prova scientifica grazie a una ricerca compiuta
dalla Seconda università di Napoli. L’aspetto fisico conta infatti per
un cacciatore di teste su due, soprattutto in settori come i servizi e
il terziario.
Lo studio è stato commissionato dal chirurgo Sergio Brongo,
specialista in chirurgia plastica, professore aggregato alla Sun e
membro della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed
estetica (Sicpre), in collaborazione con l’associazione Donne qualità
della vita» . Un’indagine che può sembrare interessata a convincere chi
è in cerca di un posto a farsi il «ritocchino» , ma il marchio Sun
basta a sgomberare il campo dai dubbi. L’indagine ha coinvolto oltre 25
«head hunter» . Il 35% dei selezionatori ha detto che un vestito
sbagliato può compromettere la scelta di un candidato, mentre l’obesità
può compromettere la selezione addirittura nel 50% dei casi.
Ovviamente gli head hunter quasi all’unanimità (il 90%) dicono che è il
curriculum a decidere se un quadro o un dirigente è adatto o meno a
ricoprire una determinata carica, ma un sincero 35% ritiene che come
presentarsi è molto importante, mentre un 25% ritiene che l’aspetto
fisico decisivo e un 10% addirittura che un aspetto curato è
determinate nell’ottenere un posto di lavoro. Ma cosa può compromettere
maggiormente una valutazione durante un colloquio di lavoro? Secondo
la ricerca, a parte l’obesità, un vestito non idoneo conta per il
32%dei cacciatori di teste. Seguono difetti fisici 34%), eccessi
modaioli come braccia, mani collo ricoperto di tatuaggi, poca igiene
personale 77%); alito cattivo (53%), pettinature o colore dei capelli
estremo (66%). D’altra parte, però, anche un aspetto ipercurato può
dare fastidio: lo sostiene il 23%dei selezionatori. Insomma alla base
di un lavoro ci sono sempre le relazioni pubbliche e presentarsi bene
continua ad essere il primo requisito.