Allarme Confindustria su disoccupati, consumi mai cosi’ male da dopoguerra
Effetto Imu sui prezzi degli immobili. Secondo il Censis, a fine anno i valori delle case si ridurranno del 20% con punte superiori al 50%. Lo ha detto il direttore generale Giuseppe Roma nel corso di una conferenza stampa. “Per far fronte alla nuova tassazione le famiglie venderanno le seconde case”
CONFINDUSTRIA, ANCORA BRUSCA IMPENNATA DISOCCUPAZIONE – “La brusca impennata della disoccupazione italiana proseguirà perché permarranno le condizioni che l’hanno causata: perdite di posti di lavoro che si coniugano alla maggiore ricerca di impiego per compensare la caduta del reddito reale”. E’ lo scenario che indica il Centro studi di Confindustria nell’ultima analisi mensile. Il Csc parla di un mercato del lavoro italiano “in deterioramento”, evidenziando che a febbraio la disoccupazione è salita al 9,3% (+0,2 punti su gennaio), “il livello più elevato dal marzo 2001”. Era all’8,3% ad agosto. Il balzo si spiega con il calo degli occupati (-0,4% in sei mesi), ma soprattutto con l’aumento della forza lavoro (+0,8%): il minor reddito familiare – sottolinea il Centro studi di Confindustria – spinge più persone a cercare un impiego. Ma le aspettative delle imprese, sia nel manifatturiero sia nei servizi, indicano “nei prossimi mesi ulteriori riduzione di manodopera a causa della ricaduta nella recessione e delle ristrutturazioni rese ormai obbligate dal perdurare dei bassi livelli di attività”. Quanto alla cassa integrazione, le ore autorizzate – evidenzia inoltre il Csc – hanno già iniziato a “risalire rapidamente”: in febbraio +49,1%, seguito dal +21,6% in marzo, “un incremento quasi cinque volte superiore rispetto a quello dovuto ai fattori stagionali. Il totale sfiora i 100 milioni”. In “forte crescita”, rileva infine il Csc, i lavoratori in mobilità: 152 mila a ottobre 2011, +20,9% in due anni.
Il Centro studi di viale dell’Astronomia afferma anche che “lo scenario globale è di crescita, rivista un po’ all’insù, ma con enorme incertezza, segnali spesso contradditori e dinamiche molto differenziate”. Lo afferma il Centro studi di Confindustria, nell’analisi mensile sottolineando che “tra le incognite ci sono tempi e modi di rientro degli enormi deficit e debiti pubblici, aggravati dall’invecchiamento della popolazione, in alcuni dei maggiori paesi avanzati”
CONFINDUSTRIA CONFERMA STIMA 2012, -1,6% – Il Centro studi di Confindustria conferma la stima di un calo del Pil italiano dell’1,6% per il 2012. E’ quanto emerge dalla congiuntura flash diffusa oggi. Per i consumi privati prevede una contrazione dell’1,7% per l’anno in corso.
PRESTITI A IMPRESE IN CALO PER QUINTO MESE DI FILA A FEBBRAIO – A febbraio i prestiti alle imprese italiane sono calati “per il quinto mese di fila”, segnando un -0,5% su gennaio. Da settembre lo stock è diminuito dell’1,9% (dati destagionalizzati). Lo afferma il Centro studi di Confindustria, nell’ultima analisi mensile.
UNIONCAMERE,IN PRIMO TRIMESTRE PERSE 26.000 IMPRESE – Meno iscrizioni e più cessazioni: è così che, nel primo trimestre del 2012, si è allargata la forbice della vitalità delle imprese tra chi sceglie di entrare sul mercato creando una nuova attività (sono stati in 120.278 tra gennaio e marzo) e chi, al contrario, ne è uscito (in tutto, 146.368). In particolare, rispetto allo stesso periodo del 2011, le iscrizioni sono diminuite di 5mila unità mentre le cessazioni sono aumentate di ben 12mila unità, con il risultato di un saldo del periodo pari a -26.090 imprese. Praticamente il triplo in meno rispetto ai primi tre mesi del 2011, quando erano mancate all’appello 9.638 imprese. In termini relativi, la riduzione dello stock delle imprese nel primo trimestre è stata pari al -0,43%, contro il -0,16% del 2011. In particolare si sono perse 10mila imprese al Sud, 15mila tra gli artigiani. Tengono solo società di capitale ( 7.000 in più) e coop (1.000 in più). E’ questo, in sintesi, il quadro che emerge dai dati sulla natilità e mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre dell’anno, fotografati da Movimprese e resi noti oggi a Lecce dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, nel corso del convegno sullo sviluppo del Mezzogiorno, organizzato dalla Camera di commercio del capoluogo salentino.
CENSIS-CONFCOMMERCIO,2012 PEGGIOR ANNO DA DOPOGUERRA – Si è ridotta di oltre la metà negli ultimi 6 mesi la quota di famiglie che riesce a risparmiare: meno del 10% oggi ma era il 28% a metà del 2011 mentre per l’87% la tavola è diventata più povera. Emerge dall’outlook sui consumi dell’osservatorio Censis-Confcommercio. Il clima di fiducia è al ‘punto zero’ e cresce il volume delle spese obbligate: il 70% delle famiglie ha aumentato le spese per carburanti e trasporti, un ulteriore 70% lamenta maggiori spese per le utenze domestiche. In questo clima, l’87% ha riorganizzato le spese alimentari optando per offerte speciali e prodotti meno costosi. Il 78% taglia il ristorante, il 63% risparmia sugli spostamenti in auto o in scooter; il 40% rinuncia alle spese per abbigliamento e calzature. “Un milione e 600mila di famiglie sono in forte difficoltà nel sostenere le spese di una mancata politica sociale dello Stato” ha detto il direttore generale del Censis Giuseppe Roma nel corso di una conferenza stampa. “Per i consumi il 2012 è il peggior anno dal dopoguerra ad oggi” secondo il direttore dell’Ufficio studi Confcommercio, Mariano Bella, che indica un calo del 4,4% del Pil pro capite quest’anno, per la prima volta dagli anni post guerra. “Come domanda potenziale a fine anno assisteremo a un dimezzamento dei consumi” ha aggiunto Roma. La fiducia ha raggiunto il punto zero: è diffusa l’idea che le misure varate dal governo abbiano effetto depressivo e il 61% degli intervistati ritiene che il 2012 sarà peggio del 2011.