Allarme mare inquinato? L’Arpac risponde ‘Non c’è nessun allarme’
Lidi vuoti, piscine sovraffollate, psicosi
malattie, gestori di stabilimenti che si lamentano e mille posti di
lavoro già persi. È l’estate nera delle coste campane, cominciata a
giugno con la protesta dei dipendenti di Hydrogest, gestore del
depuratore di Cuma che hanno spento l’impianto lasciando sversare
direttamente in mare liquami e rifiuti ingombranti.
Timori, quelli di bagnanti e turisti disertori delle spiagge, che,
secondo la Regione, non sono giustificati perchè la situazione della
balneabilità è stazionaria, anzi in lieve miglioramento rispetto allo
scorso anno.
Questo è, infatti, il dato fornito oggi dall’Agenzia regionale campana
per la protezione e ambiente (Arpac) durante l’incontro che si è svolto
a Napoli alla presenza del direttore Gennaro Volpicelli e del capo del
dipartimento di Napoli Alfonso De Nardo, degli assessori regionali
all’Ambiente Walter Ganapini, al Turismo Riccardo Marone, alle Attività
produttive Gianfranco Nappi e al direttore della stazione zoologica
Anton Dohrn Vincenzo Saggiomo.
Secondo i dati forniti dall’Agenzia regionale, su 398,93 chilometri di
costa campana, ad oggi sono 81 i chilometri non balneabili, mentre al
31 dicembre 2008, dato ufficiale e su cui si basa la stagione
successiva, i chilometri di costa off-limits ai bagnanti erano 82,50.
«Rispetto alla situazione dello scorso anno – ha dichiarato Volpicelli
– non ci sono variazioni relative alla balneabilità del mare. Fa
eccezione una parte del litorale domizio per effetto di sversamenti
impropri che vanno ad incidere su una zona in cui già non c’era la
possibilità di balneazione».
Diversa la situazione per il tratto di mare antistante via Nazario
Sauro a Napoli dove negli ultimi giorni sono stati superati i limiti
consentiti dalla legge e il Comune di Napoli ha indetto il divieto di
balneazione per un tratto di 2 chilometri complessivi. Controlli,
quelli lungo le coste campane, che l’Arpac compie sistematicamente ogni
anno nei 367 punti di prelievo concordati con il ministero
dell’Ambiente.
Quanto allo sversamento che si è verificato tra il 15 e il 17 giugno
nelle acque a ridosso dell’impianto di depurazione di Cuma, il capo
dipartimento dell’Arpac, Alfonso De Nardo, lo definisce «un episodio
deprecabile, ma ha prodotto effetti localizzati e di breve durata che
non hanno influito sullo stato della balneazione».