Allarme mare non balneabile tra la gente: l’Arpac smentisce mostra i dati
NAPOLI (14 luglio) – I prelievi dell’
Arpac e la maggioranza dei titolari degli stabilimenti balneari finora
smentiscono, ma l’allarme per l’inquinamento delle acque del litorale
flegreo, meta d’estate di migliaia di bagnanti, continua ad aumentare.
( I dati diffusi dall’Arpac – Scarica)
Da Bacoli all’isola d’Ischia il calo di presenze sulle spiagge è netto,
mentre testimonianze incontrollate parlano di colonie di vermi nel mare
e di bolle sulla pelle di chi si è immerso. A Pozzuoli, i titolari degli stabilimenti mostrano le ordinanze del sindaco Giacobbe
e le analisi dei tecnici che promuovono il mare flegreo. Ad innescare
quella che sembra ormai una psicosi è stata la protesta dei lavoratori
del depuratore di Cuma, che il 17 e 18 giugno hanno bloccato l’impianto
per protesta contro il mancato pagamento degli stipendi, lasciando
sversare direttamente in mare i liquami provenienti da Napoli e
dall’entroterra a Nord.
«È stato un atto delinquenziale – dice il direttore dell’Arpac
Campania, Luciano Capobianco – ma per la balneabilità del litorale,
secondo i risultati dei prelievi non è cambiato niente. Forse tra le
associazioni dei gestori dei lidi e tra i Comuni c’è chi pensa di di
scaricare sull’ inquinamento delle acque la crisi».
Anche sul litorale che da Torregaveta si allunga fino a Varcaturo la
situzione non è uguale ovunque: la mappa dell’Arpac, infatti, individua
alcuni punti blu lungo la costa della spiaggia romana, all’altezza
dell’ex lido della Polizia. Il segnale che, su alcuni tratti, è
possibile bagnarsi.