Allarme prodotti importati dal Giappone: il comportamento dei consumatori
Con l’incidente della centrale nucleare di Fukushima anche in Italia è scattata l’allerta sui rischi per la salute dei consumatori per i prodotti importati dal Giappone. La preoccupazione degli italiani resta alta nonostante gli annunci del Governo sul rafforzamento dei controlli e sul costante ed assiduo monitoraggio degli alimenti. Il Paese si è diviso in due fazioni: da un lato c’è chi ha accettato la politica di intervento e verifica dell’import, dall’altro lato c’è chi invece crede che la cosa migliore sia quella di sospendere temporaneamente le importazioni dal paese asiatico. Ad esempio a Napoli per quanto riguarda il pesce è scoppiata, qualche giorno fa, l’allerta degli esperti sulla pericolosità del pesce surgelato che arriva al porto. La psicosi di massa sembra dover esplodere da un momento all’altro. In merito alla questione l’avvocato Angelo Pisani, Presidente dell’associazione NoiConsumatori, afferma che “ Ci sono i controlli di esperti e delle forze dell’ordine , diffondere il panico tra i cittadini è controproducente e dannoso”. “La situazione delicata non deve provocare comportamenti irrazionali ed impulsivi – continua Pisani -. Oltre ai prodotti D.o.p di cui abbiamo spiegato l’importanza qualche giorno fa, bisogna acquistare facendo semplicemente attenzione a cosa compriamo. Un comportamento, questo, che dovrebbe valere aldilà di qualsiasi situazione particolare. Per chi non si fida nemmeno dei prodotti ittici del bancone del mercato e vuole acquistare pesce surgelato o in scatola, è utile far riferimento al regolamento CE , cioè al Regolamento dell’Unione Europea. Tale regolamentazione sancisce che l’etichetta del prodotto deve sempre indicare se si tratta di un prodotto scongelato, se è un pesce d’allevamento o di mare, di fiume o di lago. L’etichettatura deve sempre riportare la zona di cattura del pesce, quindi la provenienza”.