Allarme smog a Napoli
La città «riapre», è già emergenza smog |
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PAOLA PEREZ- Il dato non è confortante e sembra dimostrare che anche quest’anno, sul fronte dell’inquinamento atmosferico, Napoli si avvia al disegno di un trend negativo. Ecco i valori delle polveri sottili (pm10) rilevati dalle centraline Arpac nella giornata di sabato: 90 microgrammi per metro cubo d’aria nella zona dell’osservatorio di Capodimonte, 77 microgrammi in piazza Garibaldi, 72 microgrammi a San Giovanni. Valori molto più alti del limite massimo previsto dalla legge, che si ferma a 50 microgrammi. Dal 1° gennaio siamo già al terzo superamento della soglia: da quando ha smesso di piovere si è registrata una rapida sequenza di impennate, situazione che impone al Comune di intervenire al più presto per tutelare la salute dei cittadini. Le norme europee, infatti, stabiliscono che non si possa andare oltre il tetto più di 35 volte l’anno senza che gli enti locali prendano provvedimenti per far rientrare l’emergenza, e che questo obbligo diventi inderogabile quando il picco di smog si ripete a cadenza ravvicinata. Nel 2005, che si è chiuso con un bilancio di 66 superamenti, l’amministrazione municipale ha inteso arginare il problema con un giorno di stop ai motorini inquinanti e un mese e mezzo di divieto di circolazione dal lunedì al venerdì per le auto non catalitiche, che secondo le normali disposizioni devono restare in garage soltanto nei giorni dispari. Soluzioni tampone, secondo il parere delle associazioni ambientaliste e degli addetti ai lavori, in attesa di venir fuori dall’emergenza con interventi strutturali (leggi riduzione drastica dell’uso dei veicoli privati con potenziamento dei mezzi pubblici e istituzione di parcheggi di interscambio). Mario Mansi, responsabile tecnico del Cria (Centro regionale inquinamento atmosferico), non può dirsi certo soddisfatto dei primi dati forniti dalle centraline ma nemmeno vuol mostrarsi particolarmente allarmato. «Il fenomeno si può attribuire all’alta pressione e dovrebbe già rientrare nelle prossime ore con l’arrivo di una nuova perturbazione – spiega – in questi giorni, a Milano, le polveri sottili sono arrivate a quota 200. A Napoli abbiamo raggiunto i 90 microgrammi, poco rispetto al capoluogo lombardo, abbastanza rispetto alla media della nostra città che di solito si attesta su un valore di 50-60 microgrammi. Poiché i superamenti si sono concentrati in tre giorni consecutivi, da giovedì a sabato, il Comune dovrebbe adottare al più presto un dispositivo di limitazione del traffico. Ritengo assai probabile che venga riproposto lo stop alle auto non catalitiche per i primi cinque giorni della settimana: una soluzione meno dolorosa di altre ma, a parer mio, dagli effetti assai limitati. Tant’è che, dopo averla adottata per quasi due mesi, ci ritroviamo esattamente al punto di partenza: l’aria è piena di polveri sottili». Ultima questione, la funzionalità delle centraline di rilevamento dello smog. Tre impianti (Capodimonte, piazza Garibaldi, San Giovanni) sono regolarmente in attività. Quello del Vomero è fuori uso ma, secondo i tecnici, nel breve termine dovrebbe tornare a regime. Quello di Fuorigrotta, «scomparso» da via Giulio Cesare perché inglobato dal cantiere per la ristrutturazione di una scuola, è stato finalmente sostituito con un altro splendido esemplare nella zona di Monte Sant’Angelo. Peccato che non sia ancora in grado di elaborare dati: «Per motivi tecnici che ancora mi sfuggono non si riesce ad alimentarlo con l’energia elettrica – precisa Mansi – il problema, comunque, dovrebbe essere risolto nel giro di un mese».