PAOLA PEREZ «Valori così alti non si vedevano da molto tempo. A Milano si potrebbero considerare ”normali”, ma sul nostro tessuto urbano configurano una situazione del tutto eccezionale». Mario Mansi, responsabile tecnico del Cria (Centro regionale inquinamento atmosferico), non è persona incline all’allarmismo. Gli ultimi dati trasmessi dalle centraline di rilevamento dello smog, però, impongono un momento di riflessione. La postazione di Capodimonte (Osservatorio astronomico) ha misurato 104 microgrammi di polveri sottili, o pm10, per metro cubo d’aria: più del doppio del limite giornaliero fissato dalla normativa europea in 50 microgrammi, limite che non si può superare più di 35 volte l’anno senza prendere provvedimenti drastici per far rientrare l’emergenza, limite che a Napoli è già stato superato 54 volte. E non è andata meglio in altre zone della città: 77 microgrammi al Vomero (scuola Vanvitelli), 66 in piazza Garibaldi, 58 a San Giovanni. Il fattore nemico è il clima; la totale assenza di vento e pioggia favorisce l’accumulo di veleni. Da questa «situazione critica» – così la definisce anche l’assessore comunale all’ambiente Casimiro Monti – non si dovrebbe uscire prima di domani o dopodomani. «Per i prossimi giorni – spiega Mansi – è annunciata una perturbazione, utilissima per ”ripulire” l’aria che respiriamo. Speriamo che non si sposti all’ultimo momento verso l’arco alpino, come temono alcuni meteorologi, e che faccia un passaggio anche dalle nostre parti». Il responsabile del Cria ci aiuta, poi, a interpretare i dati sullo smog: «A Capodimonte si registra una percentuale di polveri sottili molto alta perché in questo periodo la zona si trova sottovento. Più spesso capita il contrario, che l’atmosfera sia più salubre nei pressi dell’Osservatorio e più densa di inquinanti nella periferia orientale». Chiarite le cause dell’emergenza, è doveroso chiedersi come uscirne. Contro il crescendo di pm10 nulla ha potuto l’ordinanza che vieta, fino al 30 novembre, la circolazione delle auto non catalitiche dal lunedì al venerdì (in precedenza lo stop era in vigore soltanto nei giorni dispari). «Per azzerare il fattore traffico – commenta Mansi – servono interventi strutturali. Un dispositivo di blocco totale, sia per qualche ora o per un giorno intero, non produce un grande effetto: molto più utile sarebbe l’istituzione di maxi-isole pedonali permanenti». Ma per centrare questo obiettivo ci vuole tempo. Come sopravvivere allo SMOG nel breve termine? «Un altro sistema c’è – prosegue il responsabile del Cria – le polveri sottili, che non sono generate soltanto dalle auto, si depositano a terra e vengono risollevate nell’aria dal passaggio dei veicoli. Con un accurato lavaggio delle strade si elimina gran parte del problema. Ma lei ha mai visto in giro una macchina lavastrade? Io no».