Un’accaldata giovane turista e un
altrettanto giovane e virile bagnino “rapiti” da improvvisa passione in
mezzo al mare di Eraclea, alle porte di Venezia, lido sul pattino di
salvataggio. Oltre le boe
dei 500 metri, i due ragazzi sono stati sorpresi intenti ad
interpretare un’appassionata scena d’amore. Un trionfo dei sensi e
della passione, accesi dalla giovane età e conditi dalla prorompente virilità dell’aitante guardacoste e dall‘incontenibile eccitazione della barca cullata dalle onde.
In effetti, scrutando da lontano, la Guardia Costiera – impegnata nella perlustrazione della zona – aveva ben individuato la sagoma rossa con la scritta bianca dell’imbarcazione di salvataggio, senza però capire cosa effettivamente stava succedendo a bordo della minuscola imbarcazione. Allarmata per l’anomala posizione del pattino di salvataggio, la motovedetta della Capitaneria di porto si è precipitata sul posto ipotizzando che il bagnino fosse impegnato nella messa in salvo di qualche incauto bagnante. Motori a tutta forza da parte dell’equipaggio militare, per poter dare un mano ai bagnanti e agli eventuali naufraghi in difficoltà.
A mano a mano che la Guardia Costiera si avvicinava alla barchetta rossa, però, la scena più che i contorni del dramma assumeva aspetti a dir poco boccacceschi. Una lunga gamba glabra, ben affusolata, si agitava in aria dal fondo del pattino, e appena sopra è emerso il rosso della canotta d’ordinanza del bagnino, intento in un manovra a dir poco ardita che nulla aveva a che fare con le ben note pratiche di rianimazione. Tanta era la passione che i due amanti neppure si sono accorti dell’arrivo della motovedetta della Guardia costiera.
Ed è stato quasi un peccato interrompere tanta appassionata effusione di sensi. Un dovere invece per gli uomini della Guardia Costiera contestare al giovane bagnino la “violazione delle consegne”, visto che si trovava in alto mare, ben lontano dal metro e 60 cm d’acqua in cui generalmente si posiziona la barca del salvataggio.
«Da qui si può avere una prospettiva più ampia – si è subito giustificato il giovane addetto al salvataggio, dopo essersi frettolosamente ricomposto – per tenere sotto controllo lo specchio di mare in cui la gente fa il bagno».
Una giustificazione, per quanto azzardata, che però non ha attaccato. E il giovane è stato accompagnato a terra, dove gli è stato contestato l’abbandono del servizio di salvataggio. Un verbale severo,
con tanto di sanzione. Una leggerezza che pare il giovane abbia pagato
con il posto di lavoro. Circostanza non confermata, anche se in spiaggia a Eraclea, da quel giorno, nessuno l’ha più visto.