Allergie ai farmaci, come riconoscere le reazioni e come curarsi
Le allergie provocate dai farmaci fanno spesso più paura rispetto altri tipi di allergie perché si scatenano quando l’individuo è malato e generano ansia su come trattarle, su come proseguire la terapia per la patologia in atto e su come comportarsi per curare eventuali patologie future. Si tratta di un argomento abbastanza complesso che talvolta rappresenta un problema anche per i medici che devono trovare farmaci alternativi. Dunque, proviamo ad immaginare la preoccupazione genitoriale se tale situazione si verifica nel bambino. Purtroppo non si tratta di un evento raro e tra i principali farmaci responsabili si identificano proprio gli antibiotici.
In accordo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per reazione avversa a un farmaco o Adverse Drug Reaction (ADR) si intende ogni risposta indesiderata che faccia seguito alla somministrazione del farmaco in causa alle dosi usualmente utilizzate a fini diagnostici, terapeutici, di profilassi o di modificazione delle funzioni fisiologiche. Circa il 10% delle ADR sono rappresentate dalle reazioni allergiche ed il 30% sono di tipo cutaneo. Gli Antibiotici (penicilline 38%, cefalosporine 18.5%) e i FANS sono i principali farmaci responsabili di ADR in età pediatrica. Esistono dei fattori di rischio per il verificarsi di una reazione ai farmaci: il sesso femminile è maggiormente coinvolto, la presenza di una patologia concomitante (HIV, infezioni agenti appartenenti alla famiglia degli Herpes Virus, fibrosi cistica), la modalità di somministrazione del farmaco (la via parenterale è la più immunogenica, ma anche quella topica può risultarlo in presenza di elevato grado di infiammazione locale) ed inoltre trattamenti frequenti e intermittenti sono più immunogenici rispetto a quelli continui. L’atopia (ovvero se si è allergici ad altre sostanze) non è una condizione predisponente, tuttavia anche le reazioni potrebbero essere più gravi.
Le allergie provocate dai farmaci fanno spesso più paura rispetto altri tipi di allergie perché si scatenano quando l’individuo è malato e generano ansia su come trattarle, su come proseguire la terapia per la patologia in atto e su come comportarsi per curare eventuali patologie future. Si tratta di un argomento abbastanza complesso che talvolta rappresenta un problema anche per i medici che devono trovare farmaci alternativi. Dunque, proviamo ad immaginare la preoccupazione genitoriale se tale situazione si verifica nel bambino. Purtroppo non si tratta di un evento raro e tra i principali farmaci responsabili si identificano proprio gli antibiotici.
Proviamo a capire insieme di cosa si tratta.
In accordo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per reazione avversa a un farmaco o Adverse Drug Reaction (ADR) si intende ogni risposta indesiderata che faccia seguito alla somministrazione del farmaco in causa alle dosi usualmente utilizzate a fini diagnostici, terapeutici, di profilassi o di modificazione delle funzioni fisiologiche. Circa il 10% delle ADR sono rappresentate dalle reazioni allergiche ed il 30% sono di tipo cutaneo. Gli Antibiotici (penicilline 38%, cefalosporine 18.5%) e i FANS sono i principali farmaci responsabili di ADR in età pediatrica. Esistono dei fattori di rischio per il verificarsi di una reazione ai farmaci: il sesso femminile è maggiormente coinvolto, la presenza di una patologia concomitante (HIV, infezioni agenti appartenenti alla famiglia degli Herpes Virus, fibrosi cistica), la modalità di somministrazione del farmaco (la via parenterale è la più immunogenica, ma anche quella topica può risultarlo in presenza di elevato grado di infiammazione locale) ed inoltre trattamenti frequenti e intermittenti sono più immunogenici rispetto a quelli continui. L’atopia (ovvero se si è allergici ad altre sostanze) non è una condizione predisponente, tuttavia anche le reazioni potrebbero essere più gravi.
Quando si sospetta una reazione ad un farmaco è sempre opportuno cercare di capire quale è il farmaco coinvolto per sospendere immediatamente la somministrazione e trattare l’allergia con antistaminici ed eventualmente cortisone; poi in un secondo momento sarà opportuno sottoporsi a delle indagini specifiche per capire a quali altri farmaci si è allergici ed identificare molecole alternative da utilizzare quando necessario. Tra le indagini da richiedere al proprio medico vi sono gli SKIN PRICK TEST ed i PATCH TEST. Si tratta di test di semplice esecuzione su cute. L’unica attenzione è quella di far osservare al paziente un periodo libero dall’assunzione di farmaci ed i soggetti testati non devono presentare malattie infettive o reazioni infiammatorie in corso.
Se tali test risultano negativi può essere effettuato un test di provocazione orale che dovrebbe essere ripetuto a distanza di 21 giorni se negativo. In caso di positività è opportuno scegliere un farmaco alternativo tenendo in considerazione che alcuni farmaci possono generare reazioni crociate ( cross-reattività).
Dunque in caso di reazione ad un farmaco è fondamentale rivolgersi all’esperto per identificare il tipo di reazione, determinare il trattamento opportuno e stabilire quali farmaci utilizzare in futuro in modo sicuro.
*L’autrice di questo servizio è un medico dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli