AMBIENTE. Ecco le 30 centrali elettriche Ue più inquinanti. La classifica del WWF
Sono situate in prevalenza in Germania e Gran Bretagna, e vengono alimentate in gran parte a carbone. Si tratta delle 30 centrali elettriche più inquinanti in Europa. La classifica è stata elaborata dal WWF, secondo la quale tali strutture sono la causa del 10% delle emissioni complessive nell’intera UE, con 393 milioni di tonnellate di Co2 prodotta nel 2006. Fra la “sporca trentina” anche la centrale di Brindisi, situata al 25° posto per le emissioni relative, ma al 9° posto in riferimento alle emissioni assolute. L’associazione suggerisce alcune misure da adottare entro il 2030, per combattere il fenomeno del surriscalmento terrestre.
Il primato dell’impianto più inquinante va alle centrali greche Agios Dimitrios e Kardia (entrambe di proprietà della DEI, l’azienda elettrica pubblica greca), seguite a breve distanza da cinque strutture tedesche (quattro delle quali appartengono al colosso RWE). Ma anche l’Italia è nell’elenco: la centrale ENEL di Brindisi è al 25° posto per le emissioni relative, ma è nona se si guarda alle emissioni assolute, con 22,8 milioni di tonnellate di CO2 prodotti nel 2006.
Le strutture sotto accusa si trovano soprattutto in Germania e Gran Bretagna (10 centrali ciascuna). “Più della metà dei 30 impianti analizzati, infatti, – rende noto il WWF – fanno capo a RWE (Germania), Vattenfall (Svezia), EDF (Francia) e EON (Germania). Tutte le centrali sono alimentate a carbone (le prime dieci utilizzano una lignite ad alta emissione di CO2) e in totale hanno emesso 39,5 milioni di tonnellate di CO2 in più rispetto a quanto previsto dalle regolari concessioni”.
“Le emissioni di CO2 – spiega Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia – sono ormai riconosciute come la principale causa del riscaldamento globale del nostro pianeta e l’utilizzo del carbone ne favorisce l’aumento. Per questo, il settore elettrico deve liberarsi del carbone al più presto. L’Unione Europea deve raggiungere il proprio obiettivo di ridurre del 30% le proprie emissioni entro il 2020 e può farlo solo attraverso una revisione della direttiva sul mercato delle emissioni, che deve essere più severa e più efficace. Non possiamo accettare un settore elettrico dove i più sporchi sono anche i più ricchi. L’UE deve garantire che solo chi taglia drasticamente le emissioni di CO2 delle proprie centrali elettriche possa essere premiato”.
Il WWF suggerisce di trovare delle alternative entro il 2030, sostituendo la produzione di elettricità mediante il carbone, con l’utilizzo di fonti pulite. “Se le vecchie strutture saranno sostituite da altre centrali a carbone, – afferma l’associazione – saremo bloccati ad altissimi livelli di inquinamento per i decenni a venire (con una riduzione massima possibile di emissioni pari al 21,3% entro il 2030). Ma se si sceglieranno alternative pulite, come il gas naturale o ancora meglio le energie rinnovabili a emissioni zero, potremo finalmente avviarci verso una economia a basso tasso di anidride carbonica, e la “sporca trentina” potrà ridurre le proprie emissioni fino al 54,4% con centrali a gas e fino al 79,1% con le energie rinnovabili”. “Oggi – conclude il WWF -dobbiamo puntare sul risparmio energetico, su impianti a ciclo combinato calore-elettricità, su nuove tecnologie sicure e sostenibili di cattura e immagazzinamento di anidride carbonica (cabon capture and storage – CCS), su una massiccia produzione di energia rinnovabile nell’eolico o nel solare, eventualmente importandola per alcune aree europee dall’Europa meridionale e dall’Africa settentrionale.