Ancora morti bianche: muoiono tre operai per esalazioni tossiche
Tre operai sono morti intorno alle 14
di oggi, 26 Maggio, all’interno degli impianti della raffineria Saras a Sarroch (Cagliari).
I tre si trovavano in un ambiente chiuso che si sarebbe saturato di
esalazioni tossiche.
La ricostruzione. Secondo quanto
ha riferito un collega delle vittime, e confermato dai Carabinieri,
l’infortunio è avvenuto alle 13:50, in concomitanza con il cambio turno
dei dipendenti della raffineria (mentre il turno di lavoro delle
vittime, dipendenti della ditta d’appalto Comesa, era dalle 8 alle
16:30). Stando a questa ricostruzione, Gigi Solinas, 26 anni, è entrato
per primo nell’accumulatore di gasolio, tenuto all’esterno con una
corda da Gianluca Fazio, 30 anni, di Capoterra (Cagliari), unico
sopravvissuto della squadra impegnata nella manutenzione. Fazio,
accortosi che il suo collega stava accusando un malore, ha tentato di
estrarlo dalla cisterna, mentre un altro operaio, Renato Porcu, che si
trovava nelle vicinanze, ha chiesto l’aiuto degli altri due
manutentori, in attesa all’esterno dell’impianto, come previsto dalle
procedure di sicurezza. Bruno Muntoni, di 56 anni – sposato e padre di
tre figli – e Daniele Melis, di 28, si sono precipitati all’interno per
tentare di soccorrere i colleghi: il primo è morto all’istante, il
secondo, nonostante indossasse una maschera di protezione dai vapori
organici, è deceduto pochi istanti dopo. Fazio, invece, dopo un altro
tentativo di soccorso, è subito uscito dall’impianto con sintomi di
intossicazione. È stato quindi trasportato con una ambulanza
all’ospedale Brotzu, a Cagliari: le sue condizioni, assicurano i
medici, non sono gravi.
Momenti di tensione. Intorno
alle 16, un gruppo di lavoratori delle società di appalto, quasi tutti
con contratto a tempo determinato, se la sono presa con i dipendenti
diretti della Saras, accusati di essere dei “previlegiati”perchè
possono contare su maggiori garanzie di sicurezza. «Rischiamo la vita
tutti i giorni per 900 euro al mese – attacca un operaio di una ditta
appaltatrice – Facciamo turni massacranti e senza riposi». «È una
brutta giornata per tutti noi – aggiunge un altro lavoratore – Morire
con gli strumenti di sicurezza che ci sono ora a disposizione è
inaccettabile, non si può morire così».
L’appalto. La
Comesa, gruppo costituito nel 1998 dalla confluenza tra la Sarcomi spa
e la Comes srl, conta circa 170 dipendenti e opera nel settore di
carpenteria metallica e manutenzione di impianti industriali.
Il cordoglio di Napolitano.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è messo in
contatto con il prefetto di Cagliari per avere ragguagli sulla dinamica
del grave infortunio. Il capo dello Stato ha pregato il prefetto di
esprimere ai familiari delle vittime la sua vicinanza è il suo
cordoglio a nome di tutto il Paese.
Cappellacci: «Una tragedia immane».
È il primo commento del presidente della Regione Ugo Cappellacci, non
appena è stato informato dei tre morti sul lavoro alla Saras. Il
Governatore, che aveva da poco finito di presiedere la Giunta, era
impegnato in una riunione che ha sospeso per recarsi subito a Sarroch.
Familiari: falla chiudere. «Falla chiudere, falli arrestare tutti». Così il parente di uno dei tre
operai morti oggi alla Saras all’arrivo nello stabilimento del governatore della Sardegna
Ugo Cappellacci. L’uomo ha aspettato il passaggio del presidente della Regione all’ingresso per poi urlare tutta la sua rabbia.
L’azienda: tragico evento.
La Saras ha diffuso una nota sull’incidente. «Con profondo dolore
comunichiamo che oggi alle ore 13.50 presso la raffineria di Sarroch si
è verificato un tragico evento che ha causato il decesso di tre
dipendenti della ditta Comesa. Il tragico evento è avvenuto presso
l’impianto Mhac1, fermo per manutenzione programmata». «Sul luogo
dell’incidente sono intervenuti subito i medici dell’azienda i quali,
nonostante i ripetuti tentativi di rianimazione, hanno potuto solo
constatare il loro decesso – prosegue la nota dell’azienda -. Sono
state immediatamente avvisate le autorità competenti e interrotte tutte
le attività di manutenzione dello stabilimento. Il presidente,
l’amministratore delegato e tutta la Direzione stanno seguendo la
ricostruzione dei fatti unitamente agli inquirenti». Gianmarco e
Massimo Moratti, presidente e ammimistratore delegato della Saras sono
partiti per la Sardegna.