Ancora rifiuti: si cercano i veri responsabili
La prima commissione del Csm vuole ascoltare il procuratore
Giovandomenico Lepore, il suo vice Aldo De Chiara e il procuratore
generale Vincenzo Galgano. Una mossa a sorpresa da parte della
commissione di Palazzo dei Marescialli, il primo intervento sulla
richiesta della Procura di Napoli di aprire una pratica a tutela dei pm
dopo alcune dichiarazioni rese dal presidente del Consiglio Berlusconi
in occasione dell’inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra. Il
Csm apre formalmente un’istruttoria. E lo fa anche per definire il
«clima», le condizioni «ambientali» del lavoro dei cento e passa pm
dell’ufficio inquirente napoletano. Una decisione che mostra
sensibilità non solo per le dichiarazioni del premier («gli eroi della
Impregilo contro gli ostacoli giudiziari»), ma anche per il modo in cui
si è arrivati alla richiesta di «tutela» al Csm. Il testo – val la pena
ricordare – è firmato da Lepore, che in un primo momento era stato al
centro di perplessità dei pm per non aver replicato al premier al
termine dell’inaugurazione di Acerra. Davanti al Csm, dunque,
sfileranno tutti i protagonisti di un serrato confronto interno
all’ufficio inquirente e al distretto di Corte d’appello, che va avanti
dallo scorso dicembre, da quando cioé il Consiglio giudiziario (una
sorta di csm minore) si è interessato alla divergenza sorta tra Lepore
e i due pm Sirleo e Noviello nella gestione del processo ecoballe. C’è
una data fissata nel calendario della prima commissione di Palazzo dei
Marescialli: il prossimo 28 aprile, parte l’istruttoria con la
convocazione di Lepore, in una vicenda che potrebbe interessare anche
tutti gli esponenti di magistratura associata napoletana che si sono
espressi sulle tante facce del caso Napoli. Ecco come motiva l’apertura
dell’istruttoria Fabio Roia, presiente della prima commissione del Csm
(in sostituzione di Ugo Bergamo, candidato alle Europee): «Vogliamo
capire se all’interno della Procura di Napoli ci sono profonde
sofferenze come qualcuno ha segnalato in un’intervista sulla stampa».
Una dichiarazione che punta a stabilire se esiste quel clima di
«effervescenza prelettorale» al quale ha fatto riferimento il pg
Galgano nel corso di ripetute interviste, nel difendere la posizione di
Lepore rispetto agli attacchi di alcuni esponenti delle correnti di
magistatura associata. Roia aggiunge: «Abbiamo ampliato la pratica a
tutela dei pm napoletani per verificare se effettivamente c’è una
situazione di disagio in Procura. Un’esigenza sorta dopo che il pg di
Napoli, Vincenzo Galgano, nel difendere in un’intervista il procuratore
Giandomenico Lepore, ha parlato di strumentalizzazioni della vicenda,
invitando i pm a lavorare in silenzio». Facile immaginare che vengano
ascoltati giudici e pm che in veste di esponenti di correnti
associative hanno replicato al pg. A fine mese, dunque, il via
all’ultima faccia del caso Napoli: «Scopo delle audizioni è dunque
accertare se c’è effettivamente una situazione di turbolenza in
Procura; ma se così non fosse, aggiunge ancora Roia, «intendiamo
aiutare l’ufficio a lavorare con serenità». Ieri, invece, nuovo stop
dinanzi al Plenum sul caso legato allo stralcio di alcuni indagati –
tra cui gli ex commissari Catenacci, Bertolaso e Pansa – contestato dai
pm Sirleo e Noviello. Qui il Plenum deve valutare l’operato del capo
dei pm napoletani. Dopo l’indirizzo della settima commissione del Csm,
(che parla di «revoca non motivata») il Plenum dovrà valutare la
posizione del procuratore Lepore. Ieri, la corrente di Md si è
astenuta, caso rinviato fra quindici giorni.