ANTIRICICLAGGIO – PER I CINESI LA LEGGE NON VALE…
Sono i cinesi la categoria più
protetta dalle banche in Italia, alla faccia delle leggi antiriclaggio, che
valgono per tutti i comuni mortali, specie se italiani, tranne per loro. Le
prove sono contenute nel recente libro di Vincenzo Imperatore “Io vi accuso –
così le banche soffocano le famiglie e salvano il sistema” (Chiarelettere). Per
anni dipendente di un colosso bancario nazionale, nel volume Imperatore mette
nero su bianco lo squallido mondo del sistema creditizio italiano. E una
puntata noir è riservata proprio ai cinesi, anche quelli di Napoli.
I comportamenti delle banche
colluse nei confronti di grossi riciclatori impuniti viene descritto più o meno
così: l’imprenditore cinese entra in banca, svuota sul tavolo sacchi di
plastica gonfi di mazzi di banconote dai 50mila euro in su, i funzionari
impallidiscono e parte l’allarme. Poi non succede nulla. Ed è così che il tasso d’evasione locale si
gonfia fino al 98%.
L’autore mostra l’emblematico
caso della Chinatown di San Giovanni a Teduccio, dove ci sono 9300 imprese
individuali, in gran parte riconducibili a cinesi tramite prestanome, che non
pagano le tasse.
«In un anno – rivela un
funzionario nel libro – abbiamo fatto 6000 segnalazioni sospette
all’antiriciclaggio. Queste vengono scremate dall’ufficio centrale della banca
e poi confluiscono all’Uif – ufficio italiano finanziario – che decide di far partire
le indagini e far bloccare i conti. Sa quanti blocchi su 6000 avvisi, in un
anno? Zero. La lobby cinese è talmente forte che ferma le procedure, ma non si
capisce a che livello…».
«Per aggirare la legge
antiriciclaggio dei 1000 euro portabili si producono, quotidianamente, migliaia
di mini versamenti da 999,99 euro. Ma quando chiedi loro conto degli scontrini,
ti restituiscono un pezzo di carta sbiadito da calcolatrice elettronica». «A
Prato, su un campione di 100 dichiarazioni di confezionisti tessili cinesi, per
il 2010, è emerso che a fronte di 200mila euro da pagare, l’Agenzia delle
Entrate non ha riscosso nulla», scrive Imperatore. Ed è terribilmente vero.