Appello all’Europa
Noi cittadini italiani ed europei, preoccupati per l’appello lanciato dalla UE a proposito della drammatica e potenzialmente irreversibile crisi ambientale-climatica, sentiamo il dovere di richiamare l’attenzione dei Governi sull’inevitabile ricaduta degli effetti dannosi dell’inquinamento prodotto da ogni singola nazione sulle altre e sull’intero pianeta.
La ricerca scientifica ha documentato negli ultimi anni che le sostanze tossiche e inquinanti (diossine, PCB, metalli pesanti, particolato ultrafine ecc.), prodotte dall’incenerimento dei rifiuti, possono arrecare danni irreparabili non solo alla salute delle popolazioni residenti nelle vicinanze di tali impianti inutili, antieconomici e insalubri, ma, attraverso l’inquinamento della catena alimentare, all’intera popolazione umana e agli ecosistemi.
È infatti noto che i suddetti “inquinanti organici persistenti” (diossine, PCB ecc.) inquinano tutte le matrici ambientali per migliaia di chilometri, accumulandosi nel corso degli anni; che il vento trasporta per diecine di chilometri il particolato ultrafine (capace di penetrare in profondità nei tessuti e nei nuclei delle cellule, e di danneggiare il DNA); che la “globalizzazione” delle merci e degli alimenti contaminati non ha confini.
Una vasta letteratura scientifica ha ampiamente documentato gli effetti mutageni e cancerogeni di molte delle succitate sostanze, e la loro capacità di alterare i meccanismi di regolazione biochimica di organi e apparati e di interferire con il funzionamento dei sistemi immunitario e neuro-endocrino, contribuendo all’incremento di malformazioni congenite, deficit dello sviluppo, pubertà precoci, disturbi dell’ap­prendimento e del comportamento, malattie autoimmuni e neuro-degenerative (tra cui l’Alzheimer).
Strategie scorrette e obsolete di processamento dei materiali post-utilizzo e di smaltimento degli scarti industriali e dei rifiuti urbani, unitamente al traffico internazionale di rifiuti tossici, stanno determinando in molte regioni del mondo e in particolare in Campania e nel Mezzogiorno d’Italia (come documentato da numerose inchieste della magistratura e di prestigiose riviste scientifiche internazionali) – a causa dell’inquinamento delle campagne, delle falde acquifere, dei fondali marini e di vaste aree urbane – una vera e propria catastrofe ambientale e sanitaria, le cui reali dimensioni saranno evidenti solo tra anni/decenni.
Sulla base di quanto fin qui descritto, noi cittadini italiani, nella consapevolezza che il compito della salvaguardia dell’ambiente e della tutela della salute siano di competenza dell’Unione Europea, denunciamo le dimensioni e la gravità del disastro ambientale della Campania e di altre regioni italiane, che rischia di contribuire pesantemente alla deriva ambientale e climatica del nostro continente e dell’intero pianeta. Bruciare milioni di tonnellate di rifiuti, sversare e interrare rifiuti tossici, riempire le discariche con le ceneri di fondo provenienti dagli impianti di incenerimento ricche di diossine, furani, PCB, metalli pesanti significa infatti contribuire alla sempre più grave alterazione chimica dell’atmosfera, all’inquinamento delle falde idriche e dell’intero ciclo delle acque, alla distruzione sistematica degli ecosistemi.
Chiediamo, quindi, che le maggiori istituzioni comunitarie si attivino con urgenza per verificare i risultati delle ricerche sul particolato ultrafine, che rappresenta, fra i molti inquinanti prodotti ed emessi dagli inceneritori di rifiuti (oltre che da cementifici, acciaierie, centrali a carbone, raffinerie ecc.), quello più pervasivo e dannoso per l’uomo e per gli altri esseri viventi.
Chiediamo, in particolare, che la UE si faccia promotrice di una grande Conferenza internazionale che renda edotti i decisori politici, gli industriali, i tecnici, i medici e i cittadini comuni circa le enormi (e colpevolmente sottaciute) potenzialità biocide del particolato ultrafine: così da convincere tutti circa la necessità di rispettare le leggi comunitarie e nazionali incentrate sulla corretta filiera di trattamento dei materiali post-utilizzo, sulla disincentivazione della termodistruzione degli stessi e sulla rapida eliminazione degli impianti di incenerimento (che soltanto in Italia godono di vergognosi incentivi pubblici – CIP6 – grazie ad una norma mendace e immorale che assimila i rifiuti alle fonti di energia rinnovabile).
L’Europa possiede indubbiamente le risorse culturali e scientifiche per porsi – in un momento drammatico e cruciale per le sorti della nostra civiltà – alla testa di un grande movimento di rinnovamento culturale e morale che deve partire da un ri-orientamento complessivo delle principali modalità e strategie di utilizzo delle risorse energetiche, materiali, idriche, alimentari e genetiche del pianeta per impedire che un modello di sviluppo insostenibile, fondato su un utilizzo dissennato dei processi di combustione, trasformi l’intera biosfera in un ambiente invivibile per le generazioni a venire.
Dr. LORENZO TOMATIS, Presidente Consiglio Scientifico ISDE (International Society of Doctors for the Environment) ed ex Direttore Esecutivo dello IARC (International Agency for Research on Cancer); ALEX ZANOTELLI, Comitato civico Allarme rifiuti tossici; dr.ssa PATRIZIA GENTILINI, Oncoematologa, vicepresidente comitato scientifico isde (International Society of Doctors for the Environment) – italia settentrionale; dr. ERNESTO BURGIO, vicepresidente comitato scientifico isde (italia meridionale); dr. GIUSEPPE COMELLA, Primario oncologo del reparto di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli “G. Pascale”; ANTONIO MARFELLA, Tossicologo Oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori “G. Pascale”; prof. BENEDETTO DE VIVO, Ordinario di Geochimica Ambientale Università di Napoli “Federico II” Dipartimento di Scienze della Terra; FRANCO ORTOLANI, Ordinario di Geologia, Università degli Studi di Napoli “Federico II”; Fondazione «Biblioteca Benedetto Croce»; Italia Nostra; GUIDO DONATONE, Presidente Italia Nostra Napoli; prof. ALBERTO LUCARELLI, Presidente delle Assise della Città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia.