Arriva in Cassazione la proposta di legge per fermare Equitalia
La pressione fiscale del nostro Paese è una delle più alte d’Europa. Un fatto arcinoto che ormai non meraviglia più nessuno. Ci hanno abituato a pensare che sia tutta colpa del debito pubblico e della necessità di rispettare i vincoli di bilancio imposti dai trattati di adesione all’Unione europea. Parole utili per non interrogarsi sulle dinamiche che coinvolgono i titoli del debito sovrano di tutto il globo.
A fare notizia dovrebbero essere l’accertamento e la riscossione delle imposte. Negli ultimi anni tantissime piccole e medie imprese sono state costrette a dichiarare fallimento dopo aver ricevuto una cartella esattoriale. Insolvenza seguita dalla messa all’asta dei beni aziendali e delle private abitazioni degli imprenditori. La sacrosanta lotta all’evasione non c’entra. I meccanismi diabolici che regolano la nostra normativa permettono infatti di calcolare interessi sugli interessi, riconoscono aggi di tutto rispetto agli agenti riscossori e permettono la cessione del credito vantato dallo Stato e dagli Enti locali nei confronti dei contribuenti morosi. Regole ad uso e consumo della finanza.
Non si contano le società collegate ad holding del credito ed i fondi d’investimento attivi nel comparto. Le vecchie esattorie comunali sono un lontano ricordo. La rincorsa dell’efficienza e dell’aziendalizzazione della burocrazia tributaria ha permesso ad un colosso come Equitalia di riempire gli spazi lasciati vuoti dalla ritirata del pubblico. Presto però la realtà potrebbe essere molto diversa. Da tempo, cittadini ed imprenditori, chiedono un deciso cambio di rotta. In Italia, uno dei territori più colpiti dalle “vessazioni tributarie” è il Sulcis. Zona della Sardegna dal glorioso passato minerario che oggi soffre una deindustrializzazione che sembra non conoscere fine. Il deputato del Pdl Mauro Pili – ex sindaco di Iglesias – ha deciso di rispondere al grido d’allarme proveniente dalla cittadinanza. Per farlo ha scelto di farsi promotore di una legge di iniziativa popolare “per fermare Equitalia”. Ieri il testo è stato depositato presso l’Ufficio elettorale della Corte di Cassazione, passaggio fondamentale per dare il via alla raccolta delle cinquantamila firme necessarie per far approdare l’articolato alla Camera. Procedura che partirà dal prossimo fine settimana su tutto il territorio nazionale. Novanta parlamentari si sono già schierati a difesa dell’iniziativa, un sostegno trasversale che impedirà l’insabbiamento della legge o il suo deposito in qualche cassetto della commissione Bilancio.
Oltre a Pili, compongono il comitato promotore: il vice capogruppo del Pdl alla Camera Barbara Saltamartini, il presidente della Provincia di Frosinone Antonello Iannarilli, il presidente della Provincia della Gallura Fedele Sanciu, il coordinatore regionale del Pdl sardo Settimo Nizzi, i deputati Bruno Murgia e Carmelo Porcu. “Quella di Equitalia – ha spiegato Mauro Pili – è una vera e propria emergenza sociale. Migliaia di imprese rischiano di fallire con conseguenze devastanti sia sul piano economico che sociale. La mobilitazione popolare – hanno continuato i proponenti – è indispensabile per far comprendere al governo e al Parlamento che occorre intervenire con urgenza per evitare il tracollo del sistema economico del Paese”. “Il nostro obiettivo è chiaro e trasparente – ha rimarcato con forza il giornalista eletto nelle liste del Pdl – fermare il disastro economico finanziario di centinaia di migliaia di imprese sull’orlo del fallimento, ripristinare regole corrette per la riscossione, cancellare tutte le norme che hanno consentito a Equitalia di vessare e perseguitare indebitamente il cittadino contribuente. Tutti devono pagare il giusto e nessuno deve guadagnare indebitamente”. Intanto, diversi Enti locali iniziano a prendere coscienza della dinamiche che governano la riscossione tributaria nel Paese. Qualche giunta ha perfino deciso di ritirare le concessioni a favore di Equitalia per favorire un maggiore controllo sulle iscrizioni a ruolo.
I dati trionfalistici sulla lotta all’evasione diffusi ieri dall’Agenzia delle Entrate nascondo una realtà contraddittoria ed ai limiti della legalità. Il Parlamento ha il dovere di legiferare per ripristinare le garanzie a tutela del contribuente. La legge di iniziativa popolare potrebbe essere la scelta giusta.
abbasso Befera Abbasso BEFERA e tutta la sua combricola di LADRONI legalizzati