Italia a due velocità sul fronte asili nido, con il Meridione che arranca. Nel nostro Paese, infatti, rimangono molto ampie le differenze territoriali: i bambini che usufruiscono di asili nido comunali o finanziati dai Comuni variano dal 3,4% al Sud, fanalino di coda, al 16,4% al Nord-Est, mentre la percentuale di Comuni, che offrono il servizio, varia dal 21,2% al Sud al 77,3% al Nord-Est. A scattare la fotografia è il Rapporto Istat sui servizi socio-educativi per la prima infanzia. Il quadro dell’offerta pubblica di asili nido in Italia, sottolinea dunque l’Istat, è la risultante di situazioni regionali molto diverse fra loro. Il Nord-Est mantiene livelli superiori rispetto al resto d’Italia, con un incremento continuo dell’offerta comunale in tutte le Regioni, che porta l’indicatore di presa in carico al 16,4% nel 2009/2010. L’Emilia Romagna, in particolare, conserva il primato per la diffusione degli asili nido in termini di numerosità degli utenti (pari al 25,2% dei bambini tra zero e due anni), mentre assieme al Friuli Venezia Giulia risulta essere la regione in cui è maggiormente presente il servizio in termini di percentuale di Comuni coperti (86,8% e 86,2% dei Comuni, in cui risiede il 98,2% e il 95,7% della popolazione target rispettivamente per l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia). Anche al Centro si è registrato un aumento considerevole dell’offerta, dovuto prevalentemente all’Umbria e al Lazio. Nel primo caso la crescita è significativamente elevata a partire dal 2008 in conseguenza del potenziamento dei contributi erogati dai Comuni per l’abbattimento delle rette, consentendo alla Regione di conseguire uno dei piu’ alti indicatori di presa in carico (21,3%).
Il Lazio, invece, mostra un incremento graduale negli anni sotto la lente di ingrandimento dell’Istat. In termini di bambini iscritti su cento residenti fra zero e due anni, i Comuni del Centro Italia oltrepassano nell’arco di cinque anni la media del Nord-Ovest (14,1%), nonostante la Valle d’Aosta sia la terza Regione italiana per bambini presi in carico dai servizi, dopo l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia. Permangono decisamente inferiori alla media nazionale i parametri riscontrati per le regioni del Sud e per le Isole, anche se si intravedono alcuni segnali di miglioramento: nell’ultimo anno la Sardegna è la regione in cui si registra un incremento maggiore della quota di bambini iscritti in rapporto ai residenti (da 6,5% a 10,9%), portandosi al livello più alto in termini di presa in carico degli utenti. Seguono l’Abruzzo (8,1%), la Basilicata (7,6%), la Sicilia (5,1%), il Molise (4,7), la Puglia (4,1%), la Calabria (3,1%) e la Campania (1,7%). Abruzzo, Molise e Basilicata, pur mantenendo numerosità relativamente contenute in termini di utenti, hanno incrementato di un quarto il numero di Comuni in cui è presente il servizio, mentre la Sardegna l’ha più che raddoppiato.