Asilo nido, quanto mi costi: dal 2005 + 4,8%
Trecentodue euro al mese che, considerando 10 mesi di utilizzo del servizio, portano la spesa annua a famiglia a più di 3.000 euro. Tanto costa mediamente in Italia mandare il proprio figlio all’asilo nido comunale, fra difficoltà di accesso, alti costi e disparità economiche tra aree del Paese: si è calcolato che in una provincia, la spesa mensile media per il tempo pieno può avere costi anche tre volte superiori rispetto ad un’altra provincia, e doppi tra province nell’ambito di una stessa regione. A rilevarlo è un’indagine di Cittadinanzattiva che ha evidenziato che dal 2005 ad oggi le tariffe sono aumentate in media del 4,8%. In particolare, nel 2010/11, 26 città hanno alzato le rette di frequenza e 5 capoluoghi registrano incrementi a due cifre: Foggia (+54,6%), Alessandria (+24,3%), Siracusa (+20%), Caserta (+19,5%), Catanzaro (+19,4%).
“Invece di aumentare le rette rendendo sempre più complicata la vita a tante famiglie italiane, le istituzioni dovrebbero pensare piuttosto ad aumentare il numero di asili comunali e a migliorare la qualità dei servizi di quelli già esistenti – ha commentato l’avvocato Angelo Pisani, presidente dell’associazione NoiConsumatori -. Molte sono le realtà in Italia che necessitano di più strutture per la prima infanzia. Invece di parlare di aumenti, si parli di ritardo strutturale. Con il rialzo delle tariffe molti bimbi purtroppo si vedranno negata la possibilità di andare all’asilo, ciò andrà a marcare sempre più il divario tra ricchi e poveri in Italia. Oggigiorno – ha spiegato Pisani – le giovani coppie che decidono di mettere su famiglia non ricevono alcun tipo di sostegno e facilitazione. Problemi come il numero inefficiente di strutture per l’educazione e la socializzazione, gli aumenti di beni, tasse e servizi, la mancanza di lavoro non hanno ancora trovato una soluzione nonostante le continue proteste e la palese insoddisfazione della popolazione. Ciò dimostra che in Italia esiste una grossa distanza tra le esigenze concrete dei giovani e ciò che concretamente viene fatto per loro. Invece di migliorare, la vivibilità sta peggiorando di giorno in giorno e con questa politica dei tagli, che danneggia sempre di più i cittadini costretti a subire continui rialzi dei prezzi, peggiora anche la qualità dei servizi”.