Attenti all’olio di palma!
Wafer, merendine, snack, pause innocenti della giornata, che molto spesso nascondono un ingrediente pericoloso: l’olio di palma. L’allarme, che gira all’impazzata sul web tra i consumatori, trova riscontro nelle analisti degli specialisti rese note pochi giorni fa dal mensile ‘Altroconsumo’. Cosa c’è di vero, insomma, nel senso di colpa che ci assale ogni volta che trangugiamo un biscottino?
Primo: la grande quantità di grassi saturi presente
nell’olio tropicale; secondo: l’utilizzo generalizzato in un numero esagerato di
prodotti alimentari; terzo: la scarsa sostenibilità ambientale.
L’olio di palma non contiene colesterolo ma, proprio come il
burro, presenta una quantità di grassi saturi molto elevata: i pericoli per cuore
e circolazione, quindi, ci sono se si assume in grande quantità. E il
rischio c’è, visto che l’olio di palma è praticamente dappertutto, specie nei prodotti preconfezionati, dai biscotti al mattino al pacchetto di cracker per uno
snack, dai grissini a pranzo al pacchetto di wafer a merenda. Tutti
con olio di palma.
Facile allora, se poi a pranzo si mangia formaggio o una fetta di carne
rossa, anch’essi ricchi di grassi saturi, superare senza accorgersene la soglia
consigliata dall’Organizzazione mondiale della sanità: 10% dell’apporto calorico quotidiano, circa 22 grammi per
una dieta di 2000 kcal.
Ci sono poi i disastri ambientali collegati alla
coltivazione del palma, dall’uso generalizzato di pesticidi alla contaminazione di intere aree geografiche.