Freddo, smog, fumo. Queste le cause principali all’origine dell’incremento di casi di bronchite cronica o enfisema polmonare, che si stanno registrando negli ospedali partenopei, che hanno fatto scattare l’allarme posti letto nelle strutture di pneumologia.
La bronchite cronica, come spiega Matteo Sofia, direttore del reparto di Pneumotisiologia 1 Federico II dell’ospedale Monaldi, «è una malattia grave, debilitante e subdola al punto che costituisce la quarta causa di morte dopo tumori, malattie cardiovascolari e cerebrali».
E proprio nel periodo invernale, l’insufficienza respiratoria trova linfa nel freddo, negli sbalzi di temperatura e la trasmissione del virus è favorita dall’uso prevalente di spazi chiusi. Ma non solo. L’inquinamento atmosferico contribuisce ad aggravare la situazione perchè dice Sofia «le polveri sottili entrano nell’apparato respiratorio e indeboliscono le cellule».
La bronchite cronica, agli stadi iniziali, può essere curata con farmaci prescritti dai medici di base da somministrare in casa, ma richiede il ricovero in ospedale qualora il soggetto sia già sofferente e, accanto ai sintomi basilari come tosse e aumento di muco, si manifestano affanno e febbre elevata.
«Quando si è in presenza del riacutizzarsi della malattia – prosegue Sofia – sono necessari farmaci “ad hoc” che riducono l’affanno e hanno una durata di 24 ore, la visita in pronto soccorso per valutare la gravità e quando si riscontra un’insufficienza respiratoria è indispensabile il ricovero per effettuare monitoraggi e poter utilizzare i ventilatori, strumenti non invasivi che consentono al paziente di poter respirare».
Ogni anno, secondo i dati forniti, in Campania si registrano tra i 30 e i 40mila ricoveri per riacutizzazioni di malattie respiratorie. Numeri da cui è scaturito il progetto, già presentato in Regione Campania, per la costituzione presso ogni struttura di pneumologia di una UTSIR (unità terapia sub intensiva respiratoria) dotata di ventilatori così da non dover effettuare pratiche invasive come l’intubazione.
«Il progetto – ha detto Sofia – è a costo zero perché richiede soltanto un incremento dell’informazione agli utenti ed è già in commissione». Dati statistici, inoltre, dicono che per il riacutizzarsi di una malattia cronica respiratoria vi è il 10 per cento di probabilità di morte, mentre per gli infarti il 9 per cento.