Aumento dei ticket anche per cani e gatti
L’aumento dei ticket è per tutti. Cani e gatti compresi.
Il decreto del commissario ad acta Stefano Caldoro e del suo vice Giuseppe Zuccatelli che fissa le nuove tariffe per le prestazioni veterinarie delle Asl campane è del 30 settembre. Appena tre giorni dopo i quattro decreti che fissano le maggiorazioni per i cittadini campani fruitori di visite d’urgenza al pronto soccorso, farmaci e cure termali, eccone un altro, per contribuire a tentare di arginare un indebitamento complessivo del comparto che ammonta a circa 5,5 miliardi.
Ecco quindi le nuove tariffe per i servizi veterinari, compresi quelli domestici. E se prima non si pagava nulla per registrare un cane, ora presso le aziende sanitarie campane si dovrà sborsare 10 euro. E così per un passaggio di proprietà dell’animale in questione. Idem per il rilascio del passaporto: da zero a 5 euro (15 se nel rinnovo è compresa la visita clinica). Ritocchi, verso l’alto è chiaro, anche per la profilassi antirabbia (da 26,20 euro a 28) e per le vaccinazioni che da zero passano da 5 sino a 18 euro.
E così per tutte le spese relative ai servizi veterinari, secondo le nuove tariffe. Compresi pareri sanitari per il trasporto animali (da zero a 30 euro) o accertamenti diagnostici per capi bovini e bufalini. Ma da quando sarà in vigore il nuovo tariffario? Dal primo novembre a quanto pare. Sul sito dell’anagrafe canina della Regione (a cui sono iscritti 320mila quadrupedi) viene spiegato ancora come «il microchip viene applicato gratuitamente presso le strutture delle AA.SS.LL» e lo scopo è quello «di combattere il fenomeno dell’abbandono degli animali».
A Roma l’anno scorso, a Torino ancora oggi, così come in molti comuni e zone d’Italia, l’iscrizione e il microchip sono servizi prestati gratuitamente dalle Asl proprio per evitare il fenomeno del randagismo e dell’abbandono. E non c’è dubbio che il ritocco dei prezzi per i servizi veterinari serva a fare un po’ di cassa per palazzo Santa Lucia che non adeguava le tariffe al 2005.
«Opportuno adeguare il tariffario alla media dei quelli regionali nell’interesse dei privati», recita il decreto n.54 del 30 settembre. Tutta la partita serve a far quadrare i conti, ovviamente. E anche gli animali devono fare la loro parte.