Auto, incentivi legati all’Europa
Incentivi, atto secondo. Si riaccende il dibattito in merito alla
possibilità di varare nuovi aiuti per il settore automobilistico. E se
il ministro dello Sviluppo economico apre all’ipotesi, ma solo nel
quadro delle misure dell’Unione europea, il presidente della Fiat, Luca
Cordero di Montezemolo, assicura: «Gli incentivi devono continuare, non
sono denaro alle aziende ma favoriscono i consumi». Alzano una
barricata, invece, i sindacati: gli eco-bonus vanno bene solo se legati
all’aumento della produzione e a maggiori garanzie da parte di Fiat sul
futuro dei lavoratori italiani. Ci pensa Scajola, in mattinata, a
rimettere il tema all’ordine del giorno: «È evidente che se gli
incentivi verranno dati in tutti i Paesi europei di fronte alla crisi
del settore auto, l’Italia non più rimanere indietro», ha detto il
ministro. Che ha poi specificato: «Debbo dire con piacere che l’ad di
Fiat Sergio Marchionne condivide che il problema degli incentivi non
può essere disgiunto dall’aumento della produzione della Fiat in
Italia». Nessun dubbio sulla necessità di continuare con gli incentivi
pubblici, invece, dal presidente Fiat, Luca Cordero di Montezemolo.
«Devono continuare – ha detto – per evitare grandi impatti negativi in
tutta Europa sull’occupazione e per rinnovare il parco auto. Credo – ha
aggiunto Montezemolo – che la politica europea continuerà su questa
strada». Ma per i sindacati gli aiuti pubblici al settore devono
salvaguardare anche i posti di lavoro, non solo le vendite, e dunque i
fatturati delle società. Per Gianni Rinaldini, segretario generale dei
metalmeccanici della Cgil, «la questione degli eco-incentivi può essere
affrontata solo se Fiat dice cosa intende fare negli stabilimenti in
Italia. Se non è così – avverte Rinaldini – noi li mettiamo in
discussione». Per il leader della Fiom-Cgil, insomma, «non è possibile
che si usino le tasse che paga la gente mentre la Fiat non ci dice cosa
vuole fare degli stabilimenti del Paese, di Pomigliano o di Termini
Imerese». Sulla stessa lunghezza d’onda Giovanni Centrella (Uil
Metalmeccanici), che continua a chiedere incentivi collegati
all’aumento della produzione della casa torinese negli stabilimenti
italiani.