Avellino, cartelle pazze per bollette dell’acqua prescritte o per pochi cents
Vengono chiamate bollette pazze, ma ad impazzire sono i cittadini.
Alcune fatture spedite da Equitalia per conto dell’Alto Calore hanno
allarmato, per un paio di giorni, tutta la provincia.
Bollette anche dell’importo di sette centesimi, sì sette centesimi,
oppure importi di cinque euro risalenti al 1995, richieste di 1.300 euro
con codice utenza inesatto, oppure mancato aggiornamento di nuove
residenze. Insomma, sembra esserci tutto ed il contrario di tutto. Con
conseguenze dolorose se non si salda: fermo amministrativo
dell’autoveicolo fino al temutissimo pignoramento mobiliare. La
situazione rischiava di diventare esplosiva. Per un sollecito di soli
sette centesimi di morosità il totale della fattura ammonta a 8,07
euro. Ma dalla presidenza dell’Alto Calore Servizi giunge, attraverso
«Il Mattino», l’invito a portarsi presso i punti Alto Calore Servizi per
chiarire gli equivoci e comunicare la propria situazione evitando di
pagare le somme richieste senza più titolo. La società di corso Europa,
insomma, corre tempestivamente ai ripari per porre un freno a quanto
determinato dalla condotta di Equitalia, evitando ulteriori invii di
cartelle «a perdere».
È di ieri, infatti, l’ultima disposizione rivolta ad Equitalia, leader
italiana di riscossione crediti, per fermare le richieste più
improponibili. «Stiamo cercando di correggere alcune evidentissime
storture. Abbiamo già comunicato a Equitalia di non inviare fatture con
importi inferiori ai dieci euro – dichiara il presidente Acs, Franco
D’Ercole, che ha voluto incontrare personalmente i vertici Equitalia -.
Il contratto prevedeva, infatti, la preventiva bonifica dei ruoli
considerati non utili, soprattutto quelli con data superiore a cinque
anni per i quali esiste prescrizione».
Cinque anni, infatti, è il termine di prescrizione, salvo atti
interruttivi quali i solleciti. Il problema è che ad alcuni cittadini
sono già arrivate richieste riguardanti un arco temporale di diversi
anni, quando l’ultima fattura recitava testualmente «le precedenti
fatture risultano pagate». I termini per saldare il debito secondo
l’intimazione Equitalia sono spesso molto brevi (anche soli venti
giorni). Fortunatamente i punti d’ascolto riescono a tranquillizzare
cittadini colpiti da vere e proprie crisi d’ansia. Ma c’è bisogno di
ulteriore chiarezza e D’Ercole pare intenzionato a perseguirla: «Nei
prossimi giorni terremo un altro incontro con Equitalia per evidenziare
le falle del sistema. Queste risalgono alle precedenti gestioni, e lo
dico senza nessuna polemica. Per prima cosa daremo, dove possibile, una
ulteriore disposizione: iniziare a recuperare i crediti non riscossi
degli ultimi cinque anni. In seguito si passerà ad esaminare il
pregresso e verificheremo l’esistenza o meno dei solleciti, in modo da
evitare ricorsi per avvenuta prescrizione. Sono comunque rammaricato se
alcuni utenti hanno dovuto affrontare richieste ingiuste o inesatte.
Quello che però voglio evidenziare al di là dei casi limite – continua
D’Ercole – è l’alta percentuale di pagamenti non avvenuti e regolarmente
dovuti. Stiamo infatti parlando di milioni di euro».
In questi casi, però, il rischio che si «spari nel mucchio» è elevato.
Equitalia è infatti sempre nel mirino delle associazioni dei
consumatori. Ma sui servizi dell’Alto Calore, D’Ercole salva l’operato
della società di riscossione. «Per quanto riguarda le bollette
dell’acqua – ammette – Equitalia si muove solo dietro nostri input».
L’ex consigliere regionale si dice convinto di risolvere problemi e
intoppi operando bene all’interno di Acs. I miglioramenti dovrebbero
riguardare anche la creazione di nuovi info-point. «Ho già chiesto agli
enti locali di consentire la nascita di uno sportello in ogni Comune.
Così il cittadino non sarà costretto a muoversi per eventuali reclami.
La stragrande maggioranza dei Comuni ha accolto bene la richiesta di
Acs. Ora si tratta di costituire gli sportelli con risorse esistenti.
Contiamo di raggiungere risultati in tre mesi. Siamo disponibili a
migliorare i servizi e a ridurre al minimo i ricorsi. L’importante,
però, è che non passino messaggi sbagliati. L’acqua va pagata e la
riscossione deve avvenire senza problemi»