Avvocati: sette giorni di sciopero e un’udienza dal Papa
Due giorni di astensione dalle udienze, il 23 e il 24 febbraio per rispondere agli attacchi del Governo, con la replica di una settimana a ridosso del Congresso straordinario indetto per il 9 e 10 marzo a Roma o a Napoli.
L’Organismo unitario dell’avvocatura chiama a raccolta i suoi stati generali e mette a punto un documento con il quale si impegna a ingaggiare un duro braccio di ferro con l’esecutivo, accusato di aver assestato, a partire dalla manovre estive fino a oggi, dei colpi mortali alla categoria.
Scontenti delle modifiche – Le modifiche messe a punto dal Consiglio dei ministri di oggi lasciano inalterata l’insoddisfazione degli avvocati. Non basta, infatti, lo “sconto” fatto sui mesi di tirocinio da fare all’interno dell’Università, che passano da 18 a sei né, tantomeno la possibilità per lo Stato di stabilire i parametri della liquidazione del giudice, per supplire all’abolizione delle tariffe forensi. Restano quindi in piedi le quattordici mosse previste, dalla carta. Lo sciopero è solo uno di questi.
“All’escalation del Governo, che ha già fatto sei decreti contro di noi – afferma il presidente dell’Oua Maurizio de Tilla – risponderemo con un’escalation della protesta. L’intervento dello stato nella liquidazione del giudice non è prevista neppure in Russia. Questo ci rende ancora più arrabbiati”. Pollice verso alle modifiche anche dai penalisti. “L’amputazione dei mesi di praticantato messa a punto in giornata – afferma il presidente dell’Ucpi Valerio Spigarelli – è la prova dell’improvvisazione con cui si procede nell’affrontare una materia che deve tornare in sede legislativa con l’approvazione della riforma forense. Domani a Venezia decideremo le nostre forme di protesta, sciopero compreso”
Gli avvocati diserteranno le aule giudiziarie il 23 e il 24 febbraio, mentre nelle stesse giornate occuperanno, simbolicamente gli uffici giudiziari. Non mancano le manifestazioni di piazza, indette per domani a Milano e il 23 gennaio a Napoli. Ancora una manifestazione, questa volta oltre confine, ci sarà a Strasburgo in coincidenza con l’approvazione della direttiva professioni.
L’udienza dal Papa – In mezzo al clamore della protesta ci sarà anche un’occasione di “raccoglimento”, il 22 febbraio quando una delegazione di 200 avvocati, compresi i presidenti di Oua e Cnf saranno ricevuti dal Papa, aspettandosi, come confida il presidente del Cnf Guido Alpa, almeno una parola di conforto dal Pontefice. Al presidente del consiglio Mario Monti e ai presidenti di Camera e Senato gli avvocati si dicono pronti a inviare una valanga di fax di protesta. Una retromarcia parziale c’è stata invece in merito all’idea di disertare le cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario.
Le inaugurazioni dell’anno giudiziario – Nei distretti di Corte d’Appello gli avvocati saranno presenti solo il tempo strettamente necessario a leggere un documento, lo stesso che sarà letto dal presidente Guido Alpa nel corso della cerimonia in Cassazione. “La battaglia sarà dura ma inevitabile – spiega il presidente del Cnf – perché è scandalosa la previsione del tirocinio all’interno dell’Università. Più complesso il discorso sulle tariffe. L’abolizione è una compressione della libertà contrattuale. Noi le abbiamo comunque aggiornate e le proporremo nel contratto, come avviene in campo internazionale, come clausole negoziali non soggette al controllo di abusività. Se l’Antitrust aprirà una procedura, ci difenderemo”.
lungaggine della giustizia 26 anniper una causa,10000giorni per avere una risposta dalla giustizia,non tutti gli avvocati lavorano onestamente,ma il cliente si trova ad affrontare un duro processo con danni morali e economici,la giustizia va riformata.vincenzina