Bacco e Tabacco: cattivi amici dell’infanzia
E’ un fatto grave, sintomo di una malattia comune. Quando sempre più giovani, in maniera normale, bruciano la propria acerba vita spiaccicandola assieme a una cicca di sigaretta o annegandola dentro un bicchiere di liquore, significa che poche speranze si possono avere per un futuro migliore. Se quelli che una volta potevano apparire esclusivi riti d’iniziazione, che avvenivano in gran segreto e carchi d’emozione nella tarda adolescenza, sono diventati oggi usi comuni e privi di importanza, significa che qualcosa è andato storto, che qualcosa di sbagliato è già avvenuto… La giovinezza dentro un bicchiereIn Italia sta aumentando pericolosamente la diffusione dell’alcol, ed in special modo nelle fasce più giovani.
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale dell’Alcol, nel nostro paese sono 7 milioni gli italiani che consumano un quantitativo d’alcol considerato pericoloso; questa categoria, corrispondente al 19% del totale dei consumatori di bevande alcoliche, è ritenuta fortemente a rischio di patologie alcolcorrelate, che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non sono poche. Il World Health Report infatti ha rilevato che in Europa un giovane su quattro tra i 15 e i 29 anni muore a causa dell’alcol, il primo fattore di rischio di invalidità, mortalità prematura e malattia cronica in questa fascia d’età. Ma i dati forniti dall’Oms sono anche più precisi: attualmente l’alcol provoca direttamente o indirettamente non solo il 10% di tutte le malattie, il 10% dei tumori e il 63% delle cirrosi epatiche, ma anche il 41% degli omicidi, il 45% degli incidenti e il 9% delle invalidità e delle malattie croniche. Per un costo totale, sociale e sanitario, a carico allo stato pari, in Italia, al 2-5% del Pil. Sempre secondo l’Oms, l’Italia ha anche il triste primato di iniziazione alle bevande alcoliche: 11-12 anni contro i 14 della media europea. Un dato, quello della diffusione del consumo alcolico nella popolazione giovanile, che, come confermato dall’Iss e dall’Istat, è quello con il tasso di crescita maggiore.
Dal 1998 al 2002 gli adolescenti tra i 14 e i 16 che dichiarano di fare consumo di alcolici sono aumentati di 89.000 unità, arrivando a 870.000. La giovinezza in fumoE in Italia aumentano anche i giovanissimi che fumano sigarette. Tra il 2004 e il 2005 sono aumentati dell’1,6% i fumatori al di sotto dei 14 anni, e sono proprio coloro che hanno più danni dal fumo perché i loro polmoni non sono ancora sviluppati completamente e il fumo ne compromette la crescita. L’allarme è stato lanciato dagli esperti del settore nel corso di un incontro sulla Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), un male che tradizionalmente colpiva soprattutto gli over 40, mentre oggi si fa strada anche nella fascia d’età dai 20 ai 40 anni, proprio per l’aumento del consumo di sigarette tra i giovani.Secondo gli ultimi dati Istat, ha spiegato il vicepresidente della European Respiratory Society (ERS) Leonardo Fabbri, nel 2004 la percentuale dei fumatori maschi nella fascia d’età 11-14 anni in Italia era del 2,9%, nel 2005 è salita al 4,5%. Anche la fascia under-25 fa registrare un aumento, dal 19% del 2004 al 20% del 2005. E poi ci sono le ragazzine dagli 11 ai 14 anni: in un anno l’incremento delle giovanissime fumatrici è stato dello 0,4%. I problemi, quando si inizia a fumare così presto, si amplificano rispetto ai fumatori adulti.
Fabbri sottolinea che, oltre a fumare di più quantitativamente, con le conseguenza che conosciamo per la salute dei polmoni, dal cancro alla BPCO, iniziando da giovanissimi il vizio si radica maggiormente. E, cosa più importante, in questa fascia d’età il fumo può ridurre lo sviluppo del polmone compromettendone irrimediabilmente la funzione respiratoria.