Bacoli, in spiaggia carcasse di cani «Animali morti dopo combattimenti»
Qualche mareggiata e sulle spiagge di Bacoli arriva l’inferno. Carcasse
di animali, fusti per la coltivazione di cozze, secchi, cassette,
botti per il vino, in vetro e plastica, assorbenti igienici e
tantissima altra spazzatura.
«Non ci scandalizzano più le notizie di arresti per sversamento illecito
di veleni nel nostro mare – dice Alessandro Parisi, animatore del
comitato cittadino del Poggio – lo stato di inquinamento del nostro mare
lo viviamo quotidianamente, è sempre sotto i nostri occhi».
Sulla piccola insenatura c’è di tutto. Anche carogne
di animali, trasportati dalle onde, finiti chissà come in mare. C’è
anche chi ipotizza che si tratti di cani morti durante «sedute» di
allenamento al combattimento clandestino che si svolgerebbero proprio
su queste spiagge.
«Tutto ciò di certo non è piovuto dal cielo né è stato prodotto dal mare
– afferma Parisi – e c’è chi agisce impunito perché purtroppo le
nostre autorità non fanno niente, non cercano neppure di scoprire e di
perseguire i colpevoli». Accuse gravi, dettate dalla rabbia.
Eppure secondo gli ultimi dati Arpac il mare flegreo risulta essere
quest’anno più balneabile rispetto al passato. L’ex assessore regionale
all’Ambiente, Walter Ganapini, più volte ha parlato del non
funzionamento del depuratore di Cuma e ha sottolineato che sono stati
censiti 14 scarichi abusivi di fogne nel golfo di Pozzuoli.
Ma dopo le denunce non è cambiato nulla. Spazzatura e carcasse si
accumulano sulla sabbia di Bacoli, che da qui a qualche mese comincerà
ad accogliere frotte di turisti. Ma il Comune garantisce interventi per
risolvere il problema.
L’assessore all’Ambiente, Giuseppe Scotto di Vetta, è impegnato in prima
linea in una serie di incontri volti alla tutela e al monitoraggio
delle acque, intermediando anche con la stessa Regione, affinché ci sia
la certezza di nessun nuovo sversamento del depuratore di Cuma nelle
acque di Bacoli. Incontri dai quali ci si aspetta risposte concretr.
Quello che le acque trasportano, ricordano comunque al Comune, può
essere anche il prodotto di un viaggio cominciato molto lontano, e non
proveniente obbligatoriamente dal vicino depuratore. Per il momento si
corre ai ripari, e si cercano le cause.