Bambini in bici senza casco
I bimbi potranno andare in bici senza caschetto ed essere
trasportati in moto senza i seggiolini di sicurezza omologati.
Cancellato anche il limite di velocità di 60 chilometri l’ora per chi
sulle due ruote porta un bambino di statura inferiore a un metro e
mezzo. Sono alcuni degli emendamenti al ddl sicurezza stradale
approvati ieri dalla commissione Trasporti della Camera, che concluderà
l’esame del provvedimento in sede referente martedì prossimo.
Mentre si torna a cercare un accordo fra maggioranza e opposizione
per ottenere l’assegnazione del provvedimento in sede legislativa,
procede a passo di carica l’esame del ddl che modifica 80 articoli del
codice della strada, con l’obiettivo dichiarato di licenziare il
provvedimento in tempo per l’esodo estivo.
«Il casco ai bambini in bici – sottolinea Carlo Monai (Idv)- era
una norma manifesto di difficile applicazione, che aveva un’incidenza
negativa sul fronte assicurativo, con il rischio di concorso colposo
del danneggiato che non rispetta le regole». Fra le altre, da
un’audizione della Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta)
era emerso che i ciclisti più esposti al rischio sono gli over 60 e non
i bambini.
Per le minicar è in arrivo l’obbligo di sostenere una prova pratica
di guida. Nuovo giro di vite sulle sanzioni per chi trucca ciclomotori
e minicar per aumentarne la velocità.
Novità anche sul fronte degli autovelox. Un emendamento approvato
vieta fuori dai centri urbani l’utilizzo o l’installazione di autovelox
a meno di un chilometro dal segnale che impone il limite di velocità.
Decisione presa, da una parte, per impedire gli autovelox trabocchetto
subito dopo il segnale, dall’altra, spiega il primo firmatario Simone
Baldelli (Pdl), «per evitare che gli automobilisti frenino bruscamente
ogni qual volta incrociano un cartello di segnalazione di un
autovelox», mettendo in pericolo la sicurezza degli altri automobilisti.
Slitta l’entrata in vigore dell’attribuzione delle risorse agli
enti locali (50% all’ente proprietario della strada e 50% al Comune):
scatterà dal 1° gennaio 2011 «per evidenti ragioni di contabilità degli
enti locali», spiega Silvia Velo (Pd). In arrivo anche una norma di
«federalismo stradale», che obbliga l’ente proprietario della strada a
investire gli introiti delle multe nell’ambito compartimentale.
Aumenta, poi, dal 10 al 30% dell’incasso dell’anno precedente la
sanzione a carico del comune che non invia la rendicontazione o usa i
fondi in maniera diversa dalle previsioni normative.
Per ora accantonato l’emendamento che chiede la modifica a 68 anni
del limite di 70 anni per la guida di camion e bus fissato dal Senato.
Si stanno verificando le normative europee dei 27 per non danneggiare
l’autotrasporto italiano rispetto ai concorrenti.