BANCA CONDANNATA PER USURA DEVE RISARCIRE ANCHE I DANNI NON PATRIMONIALI
Una banca condannata per usura può essere costretta a risarcire anche i danni non patrimoniali. Fino ad ora funzionava così: quando su un contratto di mutuo, di leasing, di conto corrente, di derivati, viene riscontrato un tasso superiore al famoso “tasso soglia”, il contratto diviene nullo. A quel punto la banca deve risarcire tutti gli interessi già pagati ed azzerare quelli eventuali da pagare in futuro. Ma da oggi c’è qualcosa di più. Una sentenza del Tribunale di Padova, la numero 8/2016, giudice Bertola, ha infatti stabilito che in casi simili è dovuto dalla banca anche il risarcimento dei danni NON PATRIMONIALI. E l’istituto deve pagare il doppio della somma da restituire per interessi usurari. Il giudice ha accolto la richiesta del cliente, un imprenditore, riconoscendo tale risarcimento in “via equitativa”, tenuto conto del fatto che la società era stata ingiustamente segnalata come cattivo pagatore sul circuito interbancario, con la conseguenza di limitare l’espansione commerciale dell’azienda e con i relativi “danni da immagine”.
Fino ad ora non veniva presa in considerazione questa grave tipologia di danno, che pure ha causato enormi problemi a moltissime imprese, visto che tutte, come è evidente, basano sull’immagine la propria reputazione.
Il danno non patrimoniale, lo ricordiamo, in tribunale può essere classificato come afferente a tre diverse tipologie: il danno biologico (lesione temporanea o permanente all’integrità psico-fisica della persona, suscettibile di accertamento medico-legale, che esplica un’incidenza negativa sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico-relazionali della vita del danneggiato); il danno morale (sofferenza soggettiva cagionata da fatto illecito e in sé considerato, di regola un reato); il danno esistenziale (compromissione delle attività realizzatrici della persona umana).
«Di sicuro – osserva il presidente di noiconsumatori.it, avvocato Angelo Pisani – la sentenza di Padova apre la strada ad un rapporto meno ingiusto fra cittadini ed imprese, ma siamo certi che il provvedimento potrà avere positivi riflessi anche sul singolo cittadino e sulle famiglie. Il discredito che deriva dall’inserimento errato di nominativi nei circuiti interbancari produce riflessi gravissimi, ma finora non era stato sufficientemente considerato, lasciando così le banche libere di distruggere la reputazione senza pagarne alcun conto. Ma tutto questo – conclude l’avvocato Pisani – deve anche indurre gli italiani a non scoraggiarsi di fronte agli atteggiamenti vessatori degli istituti di credito: non a caso, noiconsumatori.it sta predisponendo azioni singole e collettive comprendenti le diverse tipologie di danno causate da comportamenti illeciti delle banche a danno dei clienti. Avere giustizia, anche nei confronti del moloch bancario, si può. E si deve».