Banche: Corte Ue, stati membri possono limitare commissioni bancarie
La direttiva Ue sui contratti di credito ai consumatori prevede che,
nei settori che essa armonizza, gli Stati membri non possono mantenere o
introdurre nel proprio ordinamento nazionale disposizioni diverse da
quelle della direttiva stessa. Tuttavia, tale direttiva non vieta agli
Stati membri di applicare, conformemente al diritto dell’Unione, le sue
disposizioni a settori non riconducibili alla sua sfera d’applicazione.
Una recente sentenza della Corte Europea, stabilisce infatti che la
direttiva non osti a che uno Stato membro istituisca obblighi non
previsti da tale direttiva a carico degli istituti di credito per quanto
riguarda i tipi di commissione che questi possono percepire nel
contesto di contratti di credito al consumo.
La regola prevista dal decreto del Governo rumeno, contro la quale la
banca Volksbank ha presentato ricorso, che fa un elenco esaustivo di
commissioni bancarie che il creditore puo’ percepire dal consumatore,
costituisce una norma di tutela dei consumatori in un settore non
armonizzato dalla direttiva, e quindi non e’ contraria alla direttiva
Ue.
La Corte replica inoltre all’argomento della Volksbank secondo il
quale, dato che la normativa rumena vieta agli istituti di credito di
percepire alcune commissioni bancarie, essa rende meno accessibile ai
clienti residenti in Romania i crediti al consumo proposti da societa’
stabilite in altri Stati membri e, pertanto, viola le norme del Trattato
in materia di libera prestazione dei servizi.
A questo proposito, la Corte precisa che una normativa di uno Stato
membro non costituisce una restrizione ai sensi del Trattato per il solo
fatto che altri Stati membri applicano regole meno severe o
economicamente piu’ vantaggiose ai prestatori di servizi simili
stabiliti nel loro territorio.