BANCO DI NAPOLI – SORPRESA: IL TESORO DELLA BAD BANK
Il denaro dei risparmiatori napoletani salverà le truffaldine banche del Nord, dopo i clamorosi crack a catena degli ultimi mesi? Sembra proprio di sì. L’impietoso, documentato resoconto è dettagliato in un libro appena uscito da GoWare a firma della giornalista Maria Rosaria Marchesano. Il caso è quello della bad bank messa su in fretta e furia nel 1996 per infilare in un “buco nero” finanziario le voragini del vecchio Banco di Napoli. Un pezzo di storia napoletana, ma anche una pagina nera delle cronache partenopee, che la Marchesano ripercorre con rigore e lucidità.
«In particolare – rincara la dose l’avvocato Angelo Pisani – nel libro si ricorda il passaggio più incandescente delle trasformazioni subite dal Banco di Napoli, vale a dire “la ‘vendita’ prima alla cordata Ina-Bnl per 61,4 miliardi delle vecchie lire (cioè, neanche 30 milioni di euro), e dopo qualche anno al Sanpaolo Imi per 6 mila miliardi sempre delle vecchie lire (pari a 3 miliardi di euro)”, scrive l’autrice. Basta solo considerare queste cifre per comprendere le dimensioni dello scandalo: da 30 milioni di euro a 3 miliardi di euro!».
E oggi il Governo, per salvare le banche del Nord, acquisisce la SGA, vale a dire la vecchia bad bank, «che zitta zitta – aggiunge Pisani – in questi anni ha recuperato all’incirca sei miliardi di euro di quelli che erano considerati “crediti inesigibili” dal crac di venti anni fa del vecchio Banco di Napoli. Ancora uno scempio a danno di Napoli e del Mezzogiorno».
Ed ecco due passaggi chiave dal libro della Marchesano.
Il tracollo e la vendita del Banco di Napoli fu un terremoto per il Mezzogiorno. Un male necessario, si disse. Su quelle ceneri nacque la Sga, Società per la gestione delle attività con sede a Napoli e 70 dipendenti, la quale rilevò dal Banco circa 6,4 miliardi di euro crediti inesigibili o incagliati, che rappresentavano il “buco”, il motivo stesso del fallimento di una delle più antiche istituzioni creditizie d’Italia, con alle spalle una storia di 500 anni. Il 31 dicembre 2016 la Sga compie 20 anni e, come risulta dai bilanci, è riuscita a recuperare oltre il 90% di quei crediti che, forse, tanto inesigibili non erano. In altre parole, il crack del Banco ha restituito, fino ad oggi, quasi 6 miliardi di euro. Una cifra destinata ad aumentare visto che all’appello mancano ancora 4-5 mila pratiche che si annunciano redditizie, come sottolinea l’ad Roberto Romagnoli, successore di Marcello Valignani che si è dimesso un paio di anni fa. Ma non basta. La Sga ha anche accumulato un “tesoro” di oltre 600 milioni di euro, riserve di utili che si sono formate in tutti questi anni grazie proprio all’attività di recupero e gestione dei crediti deteriorati. Dopo i primi cinque anni in perdita, la Sga, a partire dall’esercizio 2003, ha cominciato a macinare profitti. Di tale ammontare, 430 milioni è la liquidità attualmente investita in titoli di stato ed è praticamente disponibile, come risulta dal bilancio 2014. Lo sa bene il governo di Matteo Renzi che su questa liquidità ha messo gli occhi da tempo per sostenere il suo programma di aiuti alle banche in difficoltà. Dunque, con la ricchezza accumulata grazie alla gestione dei crediti problematici della prima banca del Mezzogiorno, si andranno a sostenere le banche in crisi del Paese. Quando si dice l’oro di Napoli.
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Proprio l’esperienza della Sga ha ispirato Bankitalia per dare il via a un’operazione analoga avvenuta di recente con la costituzione della Rev, la bad bank nata lo scorso dicembre per il salvataggio di quattro banche (Etruria, Banca Marche, Carife e Cari Chieti). Ebbene, il prezzo pagato vent’anni fa fu pari al 70% del valore nominale, con uno “sconto” del 30%. Diversamente, a dicembre 2015 la Rev, ha acquisito 1,5 miliardi di partite incagliate dalle quattro banche ad un costo pari a circa il 17,6% circa del valore nominale (in origine 8,5 miliardi), cioè ben più basso e più vicino al mercato (lo sconto in questo caso è stato superiore all’80%).
Non sono bastati i 435 milioni di Lire, “espropriati” nel 1861….