Bankitalia: a settembre il Pil è in crescita
È un dato molto tecnico, ma significativo: in settembre l’indice
Eurocoin è salito sopra quota zero per la prima volta da quindici mesi,
dal giugno 2008, raggiungendo il livello 0,07 punti da -0,21 in agosto.
Si tratta del settimo aumento consecutivo e indica che la recessione
nell’eurozona è finita e si è tornati alla crescita del prodotto
interno lordo. L’Eurocoin è un indice sintetico previsionale del quadro
congiunturale elaborato mensilmente dalla Banca d’Italia in
collaborazione con il Cepr, il Centro per la ricerca nella politica
economica che opera a livello internazionale con una rete di 700
ricercatori di 28 Paesi. L’indicatore, spiega l’istituto di Via
Nazionale, ha recuperato terreno perché è migliorato lo stato d’animo
delle imprese e dei consumatori e si sono registrati recuperi dei corsi
azionari nelle Borse; ha inciso anche la leggera ripresa della
produzione industriale e del commercio esterno, tuttavia questi due
ultimi fattori hanno giocato un ruolo minore. Il numero rappresentato
dall’indicatore Eurocoin si può tradurre come la crescita prevista del
Pil trimestrale, depurata delle cosiddette componenti erratiche (cioè
la stagionalità, gli errori di misura e volatilità). In pratica il
passaggio dal segno meno al segno più vuol dire che l’economia europea
ha smesso di contrarsi e ha iniziato, sia pure in misura frazionale, a
crescere. Quel che non cambia, in tale quadro, è il rendimento dei Bot
e il comportamento dei risparmiatori. Il primo resta poco sopra lo zero
mentre il secondo si conferma di assoluta fiducia, visto il boom di
richieste di titoli di Stato nonostante gli interessi al lumicino. Ieri
si è registrata una variazione impercettibile per i rendimenti dei Bot
a sei mesi collocati dal Tesoro allo 0,553%, in linea (+0,002 punti)
rispetto all’ultima analoga operazione. Leggero calo invece per il Ctz
che ha segnato un tasso lordo dell’1,400 (-0,104 punti). Significativa
la risposta da parte del mercato con oltre 24 miliardi di titoli
richiesti, a fonte dei 14 complessivamente offerti (10 miliardi di Bot
e 4 miliardi di Ctz). Nel dettaglio i Bot semestrali, offerti dal
Tesoro per 10 miliardi e richiesti per 15,870 miliardi, sono stati
assegnati con un prezzo medio ponderato di 99,722, mentre il rendimento
di esclusione è stato dell’1,550%. Gli operatori partecipanti al
collocamento sono stati 25 e la percentuale di riparto si è attestata
all’84,571. Per i Ctz, la domanda è stata pari a 8,782 miliardi a
fronte dei 4 miliardi offerti e interamente assegnati dal Tesoro. Il
prezzo di aggiudicazione è stato di 97,257 mentre il prezzo di
esclusione si è attestato a 95,497. Infine uno sguardo a Piazza Affari,
dove si è registrata una chiusura di settimana in leggero rialzo, che
si è mostrata la migliore d’Europa in una giornata incerta per l’Europa
e per Wall Street dopo la diffusione di diversi dati macroeconomici
provenienti dagli Stati Uniti: l’indice Ftse All Share ha chiuso in
crescita dello 0,62% a 23.586 punti e il Ftse Mib dello 0,65% a quota
23.102. In particolare va registrata una seduta positiva per Unicredit
che ha messo a segno un +4,16% a 2,63 euro. Il titolo ha brillato
all’interno del comparto europeo, beneficiando sia di uno studio
positivo del Credit Suisse (ha alzato il prezzo obiettivo a 2,9 euro)
sia della recente apertura dell’amministratore delegato, Alessandro
Profumo, a un ritorno al dividendo. Forti gli scambi: sono passate di
mano 488 milioni di azioni, contro una media quotidiana dell’ultimo
mese di Borsa di 361 milioni di pezzi.